Arsis
Starve For The Devil

2010, Nuclear Blast
Death Metal

Recensione di Riccardo Calanca - Pubblicata in data: 14/02/10

Tra le tante band che camminano sulla linea di confine tra ciò che è sconosciuto e ciò che è famoso, bisogna certamente annoverare gli Arsis, combo melo-death americano che a mio parere merita molte più attenzioni, visto che le doti musicali per conquistare una fetta di pubblico più ampia ci sono tutte!

"Starve For The Devil" è il quarto full length di una band matura, moderna, ispirata, estremamente prolifica: partoriscono dischi con un ritmo di uno ogni due anni, suonano in giro per il mondo insieme a band del calibro di Kataklysm e Morbid Angel, il tutto ben curato e impacchettato nientemeno che dalla Nuclear Blast, eppure, come dicevo prima, gli Arsis non sono riusciti ancora a conquistarsi la notorietà che meritano, quindi, metallari che leggerete: prendete nota e prestate orecchio.

Ma veniamo al disco, "Starve For The Devil" si presenta in ottimo stile, con un look grafico molto lontano dal banale (non tutti ci riescono) e una carica esplosiva ricca di melodie. Davvero notevole il lavoro svolto da James Malone, cantante e mente principale del gruppo, soprattutto per quanto riguarda le chitarre che, partendo da un background classico di scuola heavy ottantiana, Mercyful Fate, Leatherwolf, Judas Priest, Racer X, Queensrÿche, passano al power targato Edguy, arrivano e si stabiliscono sul fronte moderno del death melodico, palesemente influenzato da Children Of Bodom e In Flames. Ad ogni modo il disco convince, non si grida al capolavoro ma nemmeno fa storcere il naso, i dieci brani sono corti e hanno impatto, se uno non piace basta andare al pezzo successivo per tornare a muovere la testa in su e in giù, che poi, in questo genere di musica è la cosa fondamentale! Difficilmente troverete noiosi gli assoli presenti in brani come “From Soulless to Shattered”  o “Closer To Cold”, per non parlare delle strutture, degli arrangiamenti, dei passaggi più melodici, tutto è costruito e amalgamato con il cantato, tipicamente “harsh” e graffiante degno dei maestri del genere (leggasi Alexi Lahio e Petri Lindroos).

Concludendo invito all’ascolto tutti gli amanti dell’heavy, del power e del death melodico, aspettando che gli Arsis tornino sul suolo Italiano dove mi auguro troveranno un pubblico più preparato. Diamogli credito, vi assicuro che non ce ne pentiremo!



01.Forced to Rock

02.A March for the Sick

03.From Soulless to Shattered (Art in Dying)

04.Beyond Forlorn

05.The Ten of Swords

06.Closer to Cold

07.Sick Perfection

08.Half Past Corpse O'Clock

09.Escape Artist

10.Sable Rising

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool