Merauder
God Is I

2009, Regain Records
Metalcore

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 20/02/10

Sarò sincero, non avrei mai scommesso un centesimo su “God Is I” dei newyorchesi Merauder, band nata nei primi anni novanta con alle spalle un classico del (poi definito) metalcore, “Master Killer”, del 1996. I motivi di questa mia sfiducia erano almeno un paio, un mai realizzato feeling con il genere prodotto dalla band e il fatto che il gruppo proveniva da un passato fatto di alti e bassi, pesanti dipartite (quella del chitarrista per esempio) e album altalenanti. Ma è bastato inserire il disco nel lettore e tutti questi miei pregiudizi sono stati spazzati via di colpo dalla furia distruttiva dell’ensemble di Brooklyn.

Fate finta per un attimo che la miriade di gruppi di metalcore patinato usciti in questi anni non esista: unite la brutalità del cantato HC (il growl profondo selvaggio e ossessivo) a ritmiche thrash (di scuola slayeriana) e alla pesantezza dei Pantera, e avrete un’idea del suono dei nostri. La qualità del lavoro di questi ragazzi è altissima, e sono veramente pochi i punti deboli di questo “God Is I”, per lo più pezzi che spiccano un po’ meno degli altri (non hanno il loro quid in più dal punto di vista interpretativo, ma sul versante tecnico sono comunque validissimi).

L’ex Ill Niño Jorge Rosado si dimostra vocalist in gran forma, con un growl cavernoso e brutale, ben sorretto da una sezione ritmica tellurica (il duo basso-batteria fanno sfracelli sia quando tengono un passo sostenuto sia quando rallentano in maniera significativa) e da chitarre taglienti e tutt’altro che anonime, che molto spesso si prodigano in assoli dallo spiccato appeal melodico. Pare strano infatti ma il disco appare molto orecchiabile (per gli standard del genere ovvio), e certi passaggi (o certi ritornelli) rimangono facilmente impressi dopo appena un ascolto. Tra i dodici pezzi in scaletta mi sento di segnalare l’iniziale “Until”, “Gangsta” (eccezionale il riff portante di chitarra, forse tra i brani meglio riusciti del lotto), “Forgotten Children”, la title track, “Perdona Me” e “Ahora” (cantata in spagnolo), ma, mi sento di ripeterlo, non c’è un vero e proprio punto debole in “God Is I”.

Credo sia più che doveroso concedere almeno un ascolto al presente album dei Merauder: l’atmosfera cupa e minacciosa che evoca, unita alla già citata elevata capacità di coinvolgere l’ascoltatore lo rendono un disco che credo difficilmente abbandonerà il vostro lettore. Forse non tutto il metalcore è da buttare in fondo…



01. Until
02. Ratcatcher
03. Built On Blood
04. Gangsta
05. Forgotten Children
06. God Is I
07. Perdona Me
08. Hell Captive
09. Intro
10. Ahora
11. Never Surrender
12. See You In Hell

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