Enrico Ruggeri
La Ruota

2010, Universal Music
Pop Rock

La vita è una ruota che gira, firmato... Enrico Ruggeri.
Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 02/03/10

La vita è una ruota che gira, ed è difficile sapere quali terreni solcherà nei giorni futuri. Questo Enrico Ruggeri lo sa perfettamente, oculato conoscitore dell’essere umano, o forse più semplicemente oculato conoscitore di se stesso.
"La Ruota" difatti incentra tutto il suo essere attorno alla vita e alle sue sfaccettature, spaziando senza troppi problemi dagli aspetti più personali ed intimi, a veri e propri frammenti di esistenze che inaspettatamente s’intersecano con temi globali e d’attualità.


L’ex Decibel ha rischiato abbastanza con questa scelta tematica, dato che è estremamente facile scadere nella becera banalità di affermazioni scontate e di “frasi fatte”, e non sarebbe stato di certo l’unico ad incappare in quest’insidia (la lista di artisti campioni di banalità ha proporzioni importanti, purtroppo); fortunatamente questo timore fugge via sin dal primo ascolto.
Tutto il disco scorre piacevolmente, merito degli arrangiamenti e delle orchestrazioni curate da Andrea Mirò, la quale è riuscita molto bene ad impreziosire e non appesantire i brani, conferendo al cantato di Ruggeri una fluidità tale che consente alle di entrare nella testa dell’ascoltatore sin da subito. A contribuire alla buona orecchiabilità e musicalità del disco è anche Ruggeri stesso che nel cantare non cerca mai di strafare, dosando la sua voce anche nei momenti più energici dell’album (il singolo “La Notte Delle Fate”, “Io Conosco Il Rock’N’Roll” e “L’Ordine Naturale Delle Cose”).


I testi, come già accennato all’inizio, rifuggono nel complesso la banalità compositiva, trattando temi delle volte all’apparenza anche piuttosto contrastanti, come nel caso della consapevolezza ottenuta nel cambiamento di ruolo nella famiglia di “Padri E Figli”, e in “Il Mio Onore”, storia di un ragazzo mandato in guerra che con se ha solo “pane, rabbia e bugie”. Altro tema trattato, costante tra l’altro di tuta la discografia di Ruggeri e, diciamolo, di gran parte della musica italiana, è l’amore, ora descrivendo quello emozionante ed impulsivo dell’età giovanile (“La Ragazza Del Treno”), ora quello di ricordi lontani (“Old Girlfriends”), ora quello rivolto alla vita in generale (“Vivi”).
Il filo conduttore, il collante, la cornice entro cui questa apparente eccessiva eterogeneità si staglia, come già detto sin dall’inizio di questa recensione e che ritengo importante ribadire, è proprio la vita intesa come l’esistenza dell’uomo, la quale per sua  stessa natura è all’apparenza casuale e caotica, ma dove al termine del viaggio si riesce ad avere un quadro completo e (quasi sempre) chiaro di tutti gli elementi.
“La Ruota” potrebbe esser considerato una sorta di semi-concept album, grazie ad una certa graduale e costante evoluzione del concetto di vita (l’ultimo brano “Vorrei” è null’altro che il bilancio riguardo la propria esistenza vissuta fino a questo momento, nonché una tenera dichiarazione di imperituro amore verso la propria compagna).


Non è un capolavoro di certo, anche a causa di alcune ombre stilistiche (“La Mia Religione” e “Vivi” hanno dei versi che non convincono molto, la comunque ottima “Old Girlfriend” avrebbe potuto godere di un testo un po’ più ampio anziché riempire il finale con un ridondante “Old Girlfriends”), ma è sicuramente un buon album, piacevole da ascoltare dall’inizio alla fine durante qualsiasi momento della giornata.





01. La Ruota
02. La Notte Delle Fate
03. Vivi
04. L’Attore
05. Il Mio Onore
06. La Ragazza Del Treno
07. Io Conosco Il Rock’N’Roll
08. Padri E Figli
09. La Mia Religione
10. L’Ordine Naturale
11. Old Girlfriends
12. Vorrei

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