Horde Of Hel
Blodskam

2009, Moribund Records
Black Metal

Recensione di Riccardo Calanca - Pubblicata in data: 17/03/10

Spesso si sente parlare in giro di come i Cradle Of Filth abbiano influenzato la scena Black-Ambient in maniera indelebile o di come i Dødheimsgard siano stati tra i pioneri dell’Industrial-Avantgarde, sempre in termini dark-black... Ebbene, quando ci troviamo difronte band come gli Horde Of Hel, queste affermazioni trovano la loro definitiva dimostrazione. "Blodskam" è il particolare debutto di questa (ennesima) black metal band svedese, prodotto nientemeno che dall’etichetta dei Marduk, la Bloddawn Productions, e stampato sotto la supervisione della sempre più interessante Moribund Records (Xasthur, Ruins, Horna, Nocturnus, Judas Iscariot, Corpus Christii, Acheron...). Non c’è male quindi... andiamo a scoprire insieme le ragioni di un tale successo.

Il filone seguito da John Odhinn Sandin e compagni, ovvero Stefan Kihlgren (My Own Grave) al basso e Hasse Karlsson (Diabolical) alle chitarre è un filone poco battuto e in cui le idee sono le colonne portanti, molto prima dell’abilità tecnica. Il disco è formato da brani corti e tutti diversi tra loro, in ognuno dei quali si possono riscontrare differenti influenze che vanno dai colossi sopracitati agli Aborym, Mysticum, Ancient, Ancient Wisdom e gli immancabili Satyricon della seconda decade. Ascoltare brani ispirati come “The Glory Of Massmurder” e poco dopo imbattersi nelle catarsi industrial di “Living Abomination” è una vera sorpresa, in un mondo dalla mente poco aperta come quello del Black Metal, eppure gli Horde Of Hel riescono perfettamente nella loro impresa e sfornano un debut degno di nota, che farà storcere il naso a tutti i sostenitori del black duro e puro delle origini, incontaminato, old school.

L’album stupisce soprattutto in momenti come “Blott Tvivel & Skam” che sembra un pezzo degli ultimi Ulver o in “Domen Mot Människan” dove prevale la componente Cradle Of Filth, specialmente nelle linee vocali. C’è poco da aggiungere, un prodotto così si vende da solo, tuttavia, a sugellamento di un disco davvero ben riuscito troviamo la conclusiva “Död, Naturens Val” che con i suoi  4 minuti e 60 (è il brano più lungo del full lenght) riporta l’attenzione dell’ascoltatore “openminded” a livelli elevati, per rendersi conto che ne vuoi ancora solo quando è finita e tocca far ripartire il tasto play su "Blodskam", un disco che scorre in maniera accattivante dall’inizio alla fine, intriso com’è in un mood dark-ambient che fa davvero la differenza. Da non sottovalutare, malvagio!



01.Motvärn

02.Leave life behind

03.Born again into submission

04.Hail chaos

05.The glory of massmurder

06.Dödens ära

07.Living abomination

08.Visdomen kallas döden

09.Domen mot människan

10.Blott tvivel & skam

11.Legacy of vengeance

12.Ashborn

13.March for war

14.Död, naturens val

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