Spesso si sente parlare in giro di come i Cradle Of Filth abbiano influenzato la scena Black-Ambient in maniera indelebile o di come i Dødheimsgard siano stati tra i pioneri dell’Industrial-Avantgarde, sempre in termini dark-black... Ebbene, quando ci troviamo difronte band come gli Horde Of Hel, queste affermazioni trovano la loro definitiva dimostrazione. "Blodskam" è il particolare debutto di questa (ennesima) black metal band svedese, prodotto nientemeno che dall’etichetta dei Marduk, la Bloddawn Productions, e stampato sotto la supervisione della sempre più interessante Moribund Records (Xasthur, Ruins, Horna, Nocturnus, Judas Iscariot, Corpus Christii, Acheron...). Non c’è male quindi... andiamo a scoprire insieme le ragioni di un tale successo.
Il filone seguito da John Odhinn Sandin e compagni, ovvero Stefan Kihlgren (My Own Grave) al basso e Hasse Karlsson (Diabolical) alle chitarre è un filone poco battuto e in cui le idee sono le colonne portanti, molto prima dell’abilità tecnica. Il disco è formato da brani corti e tutti diversi tra loro, in ognuno dei quali si possono riscontrare differenti influenze che vanno dai colossi sopracitati agli Aborym, Mysticum, Ancient, Ancient Wisdom e gli immancabili Satyricon della seconda decade. Ascoltare brani ispirati come “The Glory Of Massmurder” e poco dopo imbattersi nelle catarsi industrial di “Living Abomination” è una vera sorpresa, in un mondo dalla mente poco aperta come quello del Black Metal, eppure gli Horde Of Hel riescono perfettamente nella loro impresa e sfornano un debut degno di nota, che farà storcere il naso a tutti i sostenitori del black duro e puro delle origini, incontaminato, old school.
L’album stupisce soprattutto in momenti come “Blott Tvivel & Skam” che sembra un pezzo degli ultimi Ulver o in “Domen Mot Människan” dove prevale la componente Cradle Of Filth, specialmente nelle linee vocali. C’è poco da aggiungere, un prodotto così si vende da solo, tuttavia, a sugellamento di un disco davvero ben riuscito troviamo la conclusiva “Död, Naturens Val” che con i suoi 4 minuti e 60 (è il brano più lungo del full lenght) riporta l’attenzione dell’ascoltatore “openminded” a livelli elevati, per rendersi conto che ne vuoi ancora solo quando è finita e tocca far ripartire il tasto play su "Blodskam", un disco che scorre in maniera accattivante dall’inizio alla fine, intriso com’è in un mood dark-ambient che fa davvero la differenza. Da non sottovalutare, malvagio!
Horde Of Hel
Blodskam
2009, Moribund Records
Black Metal