Mattson
Tango

2010, Lion Music
Prog Metal

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 19/03/10

Sembra proprio che una tendenza di questi ultimi anni sia contaminare il metal od il rock con sonorità prese dalle tradizioni musicali di paesi latinoamericani, africani, mediorientali, slavi... e chi ne ha, più ne metta. Certo, il motivo per cui ci si spinge ad esplorare etnie e tradizioni differenti è anche dovuto al fatto che nella musica comunque è già stato detto quasi tutto, da un punto di vista compositivo. Allora, per chi vuole fare la differenza, esiste questa strada coraggiosa della sperimentazione, i cui risultati non sempre sono apprezzabili o degni di nota. Lars Eric Mattsson ed il suo “Tango”, quinto album di una carriera, non hanno certamente fallito l’esperimento.

Le tracce dell’opera presentano una buona varietà ed una discreta accessibilità, in quanto solo alcune sono abbastanza ostiche da digerire, sia per prolissità, che per complessità: “Never Stand Down”, “Tour De Force” (ed il titolo mi sembra spieghi tutto) e la magnifica “The Grand Escape” non sono certamente immediate o adatte ad una trasmissione radiofonica! “The Grand Escape”, in particolare, è un brano molto teatrale, che racchiude in sé una sorta di mini-concept suggestivo e numerosi cambi di tempo e di atmosfere. La buona riuscita di questo brano, e pure dell’album nel suo complesso, è stata anche possibile grazie alla partecipazione di Adrienn Antal, misteriosa e sconosciuta cantante, e di Markku Kuikka, il bravo cantante degli Status Minor. Interessanti gli spunti offerti dalla titletrack “Tango”, che, appunto, riprende le sonorità del tango argentino e dalle arabeggianti “Believe” e “Chain Me”, quest’ultima caratterizzata da piacevoli arpeggi di chitarra.

Non mancano le influenze provenienti dal power/progressive o dal neoclassical alla Symphony X, piuttosto evidenti nella travolgente “Shadows” e nella già citata “Never Stand Down”, che mettono in risalto perlopiù le qualità dei musicisti, in particolare del mastermind e chitarrista Mattsson, che ci offre una performance che cerca di esplorare la varietà dei suoni nel modo più accurato ed approfondito possibile. Infine troviamo brani più leggeri ed accattivanti, come “The Scream Of My Soul” o “Slave To The Road”, dalle atmosfere decisamente blues, a completare un album che non manca di ricchezza di colori e di sonorità.

Una buona prova, piacevole e abbastanza scorrevole da parte del chitarrista finlandese e dei suoi musicisti e collaboratori, forte delle influenze musicali multietniche contenute nel disco e dei piacevoli duetti tra voce femminile e voce maschile.



01. Never Stand Down
02. Believe
03. Tango
04. The Grand Escape
05. I’ll Find Another Way
06. Shadows
07. The Scream of My Soul
08. The Fire is Burning
09. Chain Me
10. Tour De Force
11. Slave to the Road

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