Wolves In The Throne Room
Black Cascade

2009, Southern Lord
Black Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 24/03/10

Il terzo lavoro degli americani Wolves In The Throne Room, “Black Cascade”, segue ampiamente le coordinate già tracciate dalla stessa band a partire dal primo “Diadem Of 12 Stars” di alcuni anni fa, regalandoci quattro lunghi pezzi di black metal atmosferico.

“Wanderer Above The Sea Of Fog”, “Ahrimanic Trance”, “Ex Cathedra” e “Crystal Ammunition” uniscono le gelide sferzate tipiche del black nordeuropeo a parentesi strumentali (spesso poste nelle parti centrali delle composizioni) dove la furia sembra per un momento avere pace, la tempesta pare riposare (almeno momentaneamente), scalzata da una bruma atmosferica dall’incedere molto più lento e pacato (molto “doom”) che tanto ricorda gli Agalloch.

Un black particolare anche nelle liriche, che collegano l’epicità di certi momenti di stampo scandinavo a ideologie più spirituali, mirate a smuovere la coscienza delle masse nei confronti della natura e del nostro comportamento nei suoi confronti. Ciò va sicuramente a vantaggio dei quattro ragazzi, che si distinguono quindi dal black metal più standardizzato evitando di cadere nel piattume satanico nichilista e andando oltre, grazie a tematiche più impegnate, meno trattate e descritte con grande padronanza linguistica.

A livello tecnico, come già detto i nostri alternano furia e calma riflessiva, con un meccanismo se vogliamo prevedibile, ma pur sempre di grande fascino, che riesce appieno nel suo intento: comunicare sensazioni, perfino spaventare (un po’ come il concetto di “sublime” presente nella letteratura romantica ottocentesca inglese e tedesca). Chitarre taglienti e gelide disegnano riff che molto spesso si ripiegano su se stessi in spirali ipnotiche e maligne, mentre lo scream gelido del cantante e la potente sezione ritmica (molto varia devo dire, autrice di significativi cambi di ritmo) massacrano il povero ascoltatore lasciandolo basito e conquistandolo.

Siamo di fronte a un lavoro validissimo, che pecca solo in un punto: la scarsa originalità. Attenzione però, non verso altri gruppi, ma nei confronti delle due precedenti opere della band. In effetti “Diadem Of 12 Stars” e “Two Hunters” avevano già messo in luce perfettamente la classe, la tecnica e lo stile dei WITTR, raggiungendo già da sole una qualità elevatissima. Con “Black Cascade” i ragazzi si sono forse adagiati su quanto da loro proposto in precedenza, cercando di mediare tra i due lavori per raggiungere una perfezione che a questo giro è mancata di poco, ma che sono certo non tarderà a arrivare.

Il presente disco è sicuramente degno di essere ascoltato, questi ragazzi hanno un potenziale grandissimo, in grado di conquistare anche chi di black metal sa poco o nulla. Hanno in più un’originalità stilistica che spesso e volentieri latita in altri gruppi appartenenti a questo genere musicale. Il mio consiglio è comunque quello di ascoltare prima “Diadem Of 12 Stars” e “Two Hunters”: non che “Black Cascade” sia riuscito in maniera peggiore, solo che, come detto, i due capolavori della band sono al momento quelli. Abbiamo tra le mani un disco di sintesi e di transizione, sicuramente molto bello e intenso, ma che sono certo serve a preparare qualcosa di ben più grosso che spero i ragazzi ci sapranno regalare a breve.



01.Wanderer Above the Sea of Fog
02.Ahrimanic Trance
03.Ex Cathedra
04.Crystal Ammunition

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