Finley
Fuori!

2010, Virgin/EMI
Pop Rock

I Finley sono Fuori!...basta, direi che non è il caso di aggiungere altro.
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 30/03/10

All’epoca della mia recensione dell’EP “Band At Work”, sostenevo grossomodo che il messaggio di maturità portato avanti dai milanesi Finley fosse largamente fraintendibile a causa di una musica sì matura e coinvolgente, ma abbinata ad un aspetto lirico decisamente discutibile. Rinnovo e sottoscrivo queste impressioni oggi, nell’analisi di questo terzo album in studio intitolato “Fuori!”: d’altronde, non è che possa propriamente cambiare idea quando mi si propone lo stesso disco dell’autunno scorso arricchito da 8 tracce in più.

Però, 8 tracce non sono poche, e difatti sono servite a consolidare l’idea che i Finley, musicalmente parlando, prendono un po’ tutto il rock che ci circonda oggigiorno – dalla scarica hard rock alla AC/DC del primo singolo “Gruppo Randa” fino al nu-gothic alla Evanescence di “Tra Gli Angeli” -  e lo rielaborano in modo molto melodico tramite canzoni che, sempre dal punto di vista musicale, sia chiaro, non sono affatto pessime, tanto che, dovessi giudicare solo la musica, un bel “7” i nostri ragazzi se lo ritroverebbero tranquillamente come valutazione finale.


Tuttavia, i Finley sono una band italiana che canta in italiano, e certi messaggi lanciati attraverso le loro canzoni toccano punte di autentico imbarazzo: succede su “Dove Sei?”, canzone indirizzata a Dio, che pare non esserci mai quando accadono le tragedie sul nostro pianeta, sull’amore ostentato alla Cannabis di “Lei”, piuttosto che sulla mutevole “Un’Altra Te”. “Imbarazzo” è un termine forte, ma l’ho usato a ragion di causa: i temi di questo album sono banali e triti, e ciononostante il gruppo pare non rendersene conto, e quasi con aria di supponenza propone questa idea di maturità, di dignità artistica acquisita. Ragazzi: una metafora è tanto meglio riuscita quanto più è fine, ovvero tanti più passaggi cerebrali necessita per la sua comprensione... I vostri ragionamenti, invece, sono eccessivamente diretti, ideali per il vostro pubblico ma inadatti ad orecchie adulte e smaliziate dalla vita.

Non so, io onestamente non ritrovo nei Finley questa dignità artistica, tanto più se osservo questa band all’opera nelle loro numerosissime apparizioni televisive, peraltro costantemente in playback (se siete così bravi e genuini musicisti, perché non proporvi autenticamente dal vivo anche in quelle occasioni? Oramai, TRL questa possibilità la dà, anche “X-Factor” – tanto per citare le due trasmissioni in cui, incidentalmente, sono stato testimone dei loro interventi). So che tutto questo può travalicare in un certo senso i confini della critica musicale, però un musicista deve anche circondarsi di un contesto credibile, e quando il contesto stride con quello che si dichiara di voler essere… Beh, lì sono forti dolori.

Non posso che concludere dicendo che questo album rimane ottimo fino ai 22 anni, dopodiché è davvero il caso di passare oltre e scoprire quali meraviglie l’universo musicale ci dona copioso praticamente ogni giorno.





01. Gruppo Randa
02. Un’Altra Come Te
03. Fuori!
04. Meglio Di Noi Non C’é Niente
05. Dove Sei?
06. Il Mondo Che Non C’é
07. Lei
08. Se Cambia Il Vento
09. Il Tempo Di Un Minuto
10. Le Ragazze Vogliono Qualcosa In Più
11. In Orbita
12. Svegliami
13. Tra Gli Angeli
14. La Mia Notte

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool