Ov Hell
The Underworld Regime

2010, Indie Recordings
Black Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 07/04/10

The Underworld Regime” è la testimonianza di come anche il black metal si sia ormai scrollato di dosso quell'alone di mistero e ribellione, per gettarsi appieno nel filone della musica “commerciale”. Almeno per quanto riguarda buona parte della vecchia scuola, tutto sembra essere filtrato attraverso freddi ragionamenti discografici, con la speranza di trovare nel 2010 gente disposta a stare ad ascoltare senza fare una piega tutto quello che si presenta sul mercato.

Analizziamo chi sono gli Ov Hell. Il bassista King, trombato dai Gorgoroth dopo una sanguinosa battaglia legale, si imbarca con il cantante Gaahl (l'altro eccellente simultaneo ex Gorgoroth) per formare una band propria, i God Seed. Trombato una seconda volta dal compagno, ritiratosi dalle scene in modo alquanto pittoresco (ricorderete il suo ormai celebre outing), King non si lascia prendere dallo sconforto e mette in piedi gli Ov Hell, radunando una formazione da “dream team”. Recluta Shagrath (Dimmu Borgir) alla voce e tre turnisti di lusso come Teloch (1349 e molti altri gruppi) alla chitarra, Ice Dale (Enslaved e I) alla seconda chitarra e Frost (Satyricon) alla batteria.

Sulla carta una formazione da far tremare i polsi a tutti gli effetti. Peccato che siamo nel 2010, l'audience che ha avuto tempo/modo di gustarsi questi musicisti nel rispettivo periodo d'oro è cresciuta (e si spera pure maturata), di musica ne è passata a ettolitri sotto i ponti, le delusioni discografiche non sono mancate, ormai non si compra più (o quasi) a scatola chiusa. Tutti vengono severamente giudicati. Ora mi chiedo se nel momento in cui il buon King stava lavorando a questo “The Underworld Regime”, credeva davvero che il suo pubblico avesse l'anello al naso. Mi risulta difficile trovare qualcosa di interessante nell'ennesimo “happy meal” in salsa norvegese, con i soliti riff triti e ritriti presi pari pari dalla tradizione, le solite colate di cattiveria gratuita, le solite copertine di cattivo gusto, ecc...

Inutile avere una produzione eccellente, una formazione stellare, il supporto da band di fascia alta, se poi non fai una canzone una che possa entrare nella testa di chi ti ascolta. O uno è talmente invasato che alla fin della fiera si fa piacere un disco del genere, o si ascolta l'album giusto il tempo di inquadrarlo, lo si stronca e si passa ad altro. Non è eccesso di cattiveria, è oggettiva analisi di un prodotto fatto apposta per il mercato, senza nessuna idea particolare, senza voler trasmettere nulla al proprio pubblico. Poi si lamentano della vendita dei dischi in continua picchiata... La smettessero di fare operazioni del genere e forse gli appassionati ricominceranno ad acquistare dischi come una volta.





01.Devil's Harlot

02.Post Modern Sadist

03.Invoker

04.Perpetual Night

05.Ghosting

06.Acts of Sin

07.Krigsatte Faner

08.Hill Norge

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