Darkthrone
Circle The Wagons

2010, Peaceville
Black Metal

Cosa aveva detto Fantozzi nei confronti de “La Corazzata Potëmkin”? Ecco
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 14/04/10

Un po' nel silenzio e nell'indifferenza generale arriva il nuovo album dei Darkthrone, “Circle The Wagons”, precisamente il quindicesimo in carriera. Non che ci fosse mai stata una febbre collettiva davanti ai megastore per i precedenti lavori dei norvegesi, ma evidentemente la strada intrapresa dai nostri negli ultimi tempi, ha un po' fatto calare l'attenzione su un gruppo che da anni è un'istituzione, che si ama o si odia, quasi a prescindere dalla musica.

Per onestà intellettuale noi la musica dobbiamo pur sempre ascoltarla prima di giudicare e con la massima serenità possiamo dire che la nuova fatica del duo Fenriz/Nocturno Culto è... Cosa aveva detto Fantozzi nei confronti de “La Corazzata Potëmkin”? Ecco, più o meno il giudizio alla fine di queste nove canzoni è quello. L'ormai solita mistura speed/punk/black/hard rock/old school che i nostri ci propinano da ben tre album, viene riproposta praticamente senza cambiamenti sostanziali, solo il minimo indispensabile per giustificare titoli diversi sulla tracklist.

Per chi ha apprezzato il “nuovo” corso dei Darkthrone inaugurato da “The Cult Is Alive” (del 2006), questo nuovo “Circle The Wagons” sarà l'ennesima dimostrazione di quanto i norvegesi siano dei fottuti geni, sarcastici, irriverenti, che riescono a fare un album con brani che potrebbero essere scritti sul momento e poi registrati alla bene meglio, alla faccia di quei coglionazzi che si sbattono a scrivere musica di un certo livello, perdendo mesi dietro la consolle. Sono punti di vista, come del resto quello di chi pensa che ormai i Darkthrone hanno trovato una via facile e comoda per andare avanti a produrre dischi senza sforzarsi, rimanendo comunque “true” agli occhi del proprio fedele pubblico, sbattendosene della critica e parlando a chi si ostina a girare per strada con giubbotti di pelle, toppe, borchie e alto tasso alcolico... per carità, de gustibus.

Sarebbe sbagliato chiedere ai Darkthrone di ritornare a suonare come ai tempi di “Panzefaust”, ma sarebbe lecito chiedere di muovere un po' il culetto e di non prendere per i fondelli i propri fan. Sarebbe però ingiusto biasimarli... Vuoi mettere la genialità di una band fautrice dell'attitudine e dell'underground che riesce a trovare però un sistema per continuare a vedere dischi fotocopia col minimo sforzo, pur mostrandosi (o facendo finta) ancora “true” come una volta? Tanto chi spende i soldi per loro ci sarà sempre... Fossero anche peti, sarebbero sempre opera dei Darkthrone, scusate se è poco.



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