Raggiunto il traguardo dei settant'anni, un musicista di fama mondiale ha di solito due opzioni: ritirarsi a vita privata e godersi i benefici dello status raggiunto, oppure togliersi lo sfizio di realizzare i propri desideri artistici, anche quelli all'apparenza più bizzarri. E' proprio quest'ultima la strada scelta da Jon Anderson, indimenticata voce degli Yes e del fortunato progetto Jon & Vangelis. Era dagli anni '80 che il tenore britannico coltivava il sogno di una collaborazione con Jean-Luc Ponty, virtuoso violinista francese già noto per i suoi trascorsi con Frank Zappa e Chick Corea, ed è proprio nella terza età che i sogni a volte diventano realtà: meglio tardi che mai viene da dire, è il saluto alla tanto agognata partnership, appunto "Better Late Than Never".
Il disco nasce dall'esperienza live del 2014 (riproposta in un DVD allegato alla confezione) e ripercorre in quattordici tracce la carriera dei due artisti; non potevano mancare gli indimenticabili classici degli Yes, "Wonderous Stories", "Roundabout", "And You And I" e una "Time And A Word" che assume interessanti contorni reggae. Di tutti i pezzi che si potevano scegliere nel repertorio degli Yes, l'ultima della lista era senz'altro "Owner Of A Lonely Heart", qui riproposta in una versione che non si distingue per chissà quale fascino inedito. C'è spazio anche per alcuni brani creati apposta per l'occasione e che costituiscono la parte più interessante dell'opera: "Infinite Mirage" e "Renaissance Of The Sun", si caratterizzano per il gusto misto prog, per le delicate linee di basso e le ritmiche jazzate, con le melodie di Anderson che spingono il brano sopra quello che potrebbe essere comunque un piacevole sottofondo.
La voce di Anderson porta inevitabilmente i segni dagli anni che passano ma non perde un briciolo del suo fascino, così come gli inserti del violinista francese ben si amalgamano nel mosaico sonoro ambient prog che caratterizza l'opera; un disco di inediti sarebbe potuto sembrare rischioso, ma vista la stoffa degli artisti in questione e la qualità del materiale inedito che emerge fra i solchi di "Better Late Than Never", il rischio sarebbe stato senz'altro calcolato. Potrebbe essere la prossima mossa.