Kai Hansen & Friends
XXX - Three Decades In Metal

2016, Ear Music
Heavy Metal

Trent'anni di carriera, un disco solista, una carrellata di invitati illustri. Buon compleanno, Zio Kai!
Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 01/09/16

Lo avevamo lasciato sul Party Stage del Wacken, disteso con gli occhi al cielo, mentre intonava una toccante versione di "Over The Rainbow" a fianco dell'amico Michael Kiske. Kai Hansen è stato di parola: se quel rough mix anticipato ai media e la première al festival erano l'antipasto, finite le vacanze la portata principale giunge in tutta la sua interezza. "XXX", debutto solista assoluto per il chitarrista di Amburgo, celebra trent'anni di militanza metallica sotto i migliori auspici, fra cui quello di donare parte dei proventi alla Wacken Foundation, organizzazione nata in seno al festival che si impegna a promuovere e supportare anche economicamente i musicisti emergenti. Come si conviene in questi casi (Doro Docet) la lista degli invitati è lunga e succinta: ci sono gli amici di una vita come Michael Kiske, stimati colleghi chiamati Tobias Sammet e Hansi Kursch, persino il "nemico amico" Michael Weikath, senza dimenticare gli avvincendamenti illustri, alias Roland Grapow e Ralph Scheepers, che nel '95 celebrò il rito matrimoniale di Hansen intonando in chiesa  la melodia di "The Silence" (cercate su Youtube se non ci credete...).
 
 
Ascoltare "XXX" è un po' come sfogliare il libro dei ricordi, un disco autobiografico che musicalmente rimanda ai Gamma Ray dimenticati, quelli di "Insanity And Genius" e "Sigh No More" per intenderci, un po' acerbi ma sempre alla ricerca di soluzioni meno prevedibili. Difficile misurare il valore aggiunto apportato dagli ospiti, la cui ingombrante presenza non sembra caratterizzare troppo i brani. Come spesso succede, anche per Kai Hansen la festa è un autentico divertissement che alterna momenti drammatici a toni gioiosi. "Born in the city of Hamburg...in 1963...no limits in my sky", la storia di Kai Hansen inizia con il più classico degli incipit. Bando ai toni epici, "Born Free" è un hard robusto e azzeccato e tutto il disco si snoda più o meno su queste coordinate. I testi ripercorrono le tappe salienti dell'intera carriera (incluso l'ingresso nel music biz, racchiuso nella discussa "Contract Song" qui rinominata "Cuntract Sun"), talvolta con un pizzico di ingenuità ("father was a banker...") e qui Hansen scivola sulla classica buccia di banana: non è chiaro se l'intenzione era quella di dar vita a una retrospettiva dai toni epici, oppure a una semplice sequenza di brani a effetto dal carattere autobiografico. Il risultato è un ibrido che pur suonando tutto sommato riuscito, paga lo scotto di una direzione poco chiara nelle sue linee generali.
 
 
Non poteva mancare il tributo ai padri ispiratori Judas Priest e Accept, "Enemies Of Fun" è dedicata "a tutte quelle persone noiose cui non piace bere e fumare" e per quanto lunga e interessante sia la lista degli ospiti, è quando fa da sé che lo Zio fa per tre: "Making Headlines" e "Burning Bridges" sono efficaci nella loro semplicità e gli altri partecipanti sono davvero poco più che di contorno. Diventano tuttavia più incisivi negli assoli di chitarra, quello di Weikath su "Strangers In Time", al pari di quello di Roland Grapow, non passa certo inosservato e stuzzicherà gli appetiti dei nostalgici, al pari della conclusiva "Follow The Sun" forse l'unico vero tributo alla tradizione e agli Helloween che furono. Fra i tanti ospiti al microfono (c'è persino un certo Dee Snider: non pervenuto) è Clementine Delauney (Visions Of Atlantis) a caratterizzare i momenti più malinconici del disco e forse i migliori: "All Or Nothing" e soprattutto "Fire And Ice"sono brani melodici che raccontano la fine di una relazione, sentimentale o professionale, e che regalano maggiore profondità sia in termini lirici che musicali.
 
 
"XXX" suffraga le impressioni scaturite dall'esibizione di Wacken, di un disco concepito quasi con urgenza; se solo fosse stato un po' più ragionato e con una vera band alle spalle il risultato, già comunque soddisfacente, sarebbe stato di gran lunga superiore. E' pur vero che per quel ruolo ci sono già Gamma Ray e Unisonic, per cui è difficile chiedere di più, soprattutto dopo trent'anni di carriera. La storia è già stata fatta fra il 1985 e il 1988, e tanto basta. Tanti auguri, Zio Kai.




01. Born Free
02. Enemies Of Fun (featuring Ralf Scheepers & Piet Sielck)
03. Contract Sun (featuring Dee Snider & Steve McT as The Manager)
04. Making Headlines (featuring Tobias Sammet)
05. Stranger In Time (featuring Michael Kiske, Frank Beck, Tobias Sammet & Roland Grapow - guitar solo)
06. Fire And Ice (featuring Clementine Delauney, Marcus Bischoff, Richard Sjunnesson & Michael Weikath - guitar solo)
07. Left Behind (featuring Alexander Dietz & Clementine Delauney)
08. All Or Nothing (featuring Clémentine Delauney)
09. Burning Bridges (featuring Eike Freese)
10. Follow The Sun (featuring Hansi Kirsch & Tim Hansen - guitar solo)

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool