Trans-Siberian Orchestra
Letters From The Labyrinth

2015, Universal Music
Progressive Rock

Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 22/02/16

Diciamo la verità, quanti di noi hanno familiarizzato con la Trans-Siberian Orchestra soltanto di recente, incuriositi dalla presenza in cartellone a Wacken 2015? Non pochi, immaginiamo. Se una ventina d'anni fa poteva essere considerato alla stregua di un side project dei Savatage, oggi il progetto guidato dal master mind Paul O'Neill è una autentica macchina da soldi cui soltanto il Belpaese sembra resistere in termini commerciali. "Letters From The Labyrinth" suggella per il carrozzone a stelle strisce un anno tutto da incorniciare, inevitabilmente segnato dallo special show dello scorso anno nella veste di co-headliner assieme ai Savatage. Un evento di tale imponenza non poteva che catalizzare tutte le energie dei soggetti coinvolti e i risultati sono ahimè evidenti ascoltando questa nuova release.

Heavy Rock, classica, opera, musical, il mondo della Trans Siberian Orchestra è un mosaico che unisce tutti questi ingredienti in un suggestivo show che ha nella dimensione live il suo momento più alto: "Letter From The Labyrinth" assembla alla meno peggio tutti gli stereotipi di questi sottogeneri, fra continue citazioni di Beethoven, dei Savatage e di Broadway,e lo diciamo senza polemica perché sappiamo bene di cosa sia capace l'orchestra nei suoi momenti più alti ("Beethoven's Last Night" tanto per fare un titolo); il concept è piuttosto confuso e forzato (e non è la prima volta...) ma quello sarebbe il meno, se a una prima parte strumentale comunque sufficientemente dinamica non seguisse una manciata di canzone oggettivamente brutte e stereotipate. Da un surrogato della band floridiana qualcuno è riuscito con un colpo di genio a fare soldi a palate, il mondo va anche così. Se vantate già dei trascorsi nell'universo Savatage nulla di questo disco vi lascerà a bocca aperta, diversamente "Letters From The Labyrinth" potrebbe in qualche modo rappresentare uno spunto per approfondire l'universo di Savalandia, anche se in tutta onestà ci sentiamo di suggerirvi percorsi alternativi.

Ambizioni da rock opera naufragate in un campionario di sconcertanti banalità, sorta di operetta messa su a colpi di patchwork per abbindolare il pubblico meno attento, ma anche la conferma che il karma esiste: da quando sono confluiti nella TSO, i Savatage sono diventati ricchi. Per dirla con le parole del grande Jon Oliva, "i musicisti sono gli stessi, la musica è la stessa, solo che i Savatage sono una band underground, con la TSO vendiamo milioni e milioni e siamo in testa alle classifiche degli US. Dovrei far uscire dischi con il nome Savatage e rimanere povero?".




01. Time and Distance
02. Madness of Men
03. Prometheus
04. Mountain Labyrinth
05. King Rurik
06. Prince Igor
07. The Night Conceives
08. Forget About the Blame (Sun Version)
09. Not Dead Yet
10. Past Tomorrow
11. Stay
12. Not the Same
13. Who I Am
14. Lullaby Night
15. Forget About the Blame (Moon Version)

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