Litfiba
Eutòpia

2016, T.E.G. / Sony Music
Rock

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 01/12/16

Eutòpia”, il buon luogo. Una terra dove tutte le brutture del mondo non esistono. E di brutture al mondo ce ne sono tante, forse troppe. Lo sanno bene i Litfiba, che di tali argomenti riescono a riempire ben dieci brani che vanno a comporre il loro quattordicesimo album in carriera, l’undicesimo con Piero Pelù alla voce dopo la parentesi con Gianluigi “Cabo” Cavallo. “Eutòpia” conclude l’atipica Trilogia degli Stati, atipica in quanto il primo capitolo, “Stato Libero Di Litfiba” (2010) è un doppio album live, seguito nel 2012 dal secondo capitolo, in studio, “Grande Nazione”.

Piero Pelù, classe ’62, e Ghigo Renzulli, classe ’53, arrivati ben oltre il “mezzo del cammin di loro vita”, portano in questo nuovo album tutto il bagaglio di esperienze maturato in 36 anni di carriera con la band. Cosa ci si aspetta, cosa si vuole dalla band? Novità, sperimentazione? Difficile, a questo punto della loro storia. Troppo passato in comune ed un DNA/stile ormai ben definito. Non è di certo IL capolavoro dei Litfiba, probabilmente ormai i capitoli più importanti siano tutti nel passato, ma sinceramente non è neanche un album da stroncare, magari a priori e per partito preso come succede così spesso qui in Italia. “Eutòpia” è un album di onesto rock, sicuramente debitore di quanto visto negli anni ’90, “Terremoto” in primis. Musicalmente, il lavoro svolto da Renzulli è ben superiore a quanto sentito nel precedente album, sia per varietà, sensibilità o qualità. I comprimari Franco Li Causi (basso) e Luca Martelli (batteria) – mi si perdoni questo termine, visto che i due musicisti sono tutto purché dei tappabuchi o delle seconde scelte – danno un ottimo contributo, anche se la scelta in fase di produzione di mettere in primo piano la voce di Pelù e la chitarra di Renzulli, a discapito degli altri strumenti, riesce a metterli in ombra quando invece meriterebbero un maggiore spazio. Discorso simile per le tastiere, a turno suonate da Fabrizio Simoncioni, Antonio Aiazzi ed altri musicisti. Passando alla componente canora, Piero Pelù… beh, Piero Pelù fa Pelù, nella sua consueta interpretazione. Fortunatamente con “Eutòpia” la metrica non viene più barbaramente stuprata come accaduto con “Grande Nazione”. I testi, seppur in alcuni casi non brillino certo per ispirazione, si fanno ascoltare senza problemi. Pelù scrive con la sua solita verve, percorrendo quella sottile linea che separa l’impegno sociale dal baracconesco e cialtronesco attacco alla politica pseudo-grillino, anche se non sempre riesce a centrare l’obiettivo. Esempio ne è “L’Impossibile” che purtroppo si presenta agli ascoltatori con un testo decisamente piatto e stereotipato, quasi una caricatura. Questa semplicità dei testi, l’utilizzo di ritornelli simil slogan, è una costante di tutto l’album, ma, quando è usata in modo ottimale, non va assolutamente a discapito della qualità del singolo brano. Infatti, nonostante alcune cadute di stile, il piatto che ci propongono Pelù e Renzulli è saporito e riesce ad accontentare diversi palati. Sicuramente lo fa “Maria Coraggio” – ispirata a Lea Garofalo ed alla sua lotto contro la ‘ndrangheta – oscura, con un sapore zingaro, così come “Straniero” o la titletrack, due brani lenti, avvolgenti, perfetta unione di musica e testo, dove finalmente possiamo osservare una profondità nei testi a cui la band ci aveva abituati in tempi ormai reconditi. “Santi Di Periferia” riesce a spiazzare l’ascoltatore, altalenando tra rock e blues in un riuscito connubio. Per gli amanti del rock, i Litfiba non lesinano certamente sui pezzi, e la scelta è ampia.

“Eutòpia” è figlio dello stile – canoro e musicale – dei Litfiba, guarda al passato ma è ben ancorato, per tematiche, nel presente. Trasuda Litfiba da ogni poro, nel bene e nel male. Non innovare, non sperimentare, non significa necessariamente non aver nulla da dire o fare una copia insipida di quanto già suonato in passato. Vuol dire anche proseguire lungo una strada già tracciata, in modo molto personale, in 36 anni di vita musicale in comune. Suonare assieme senza pretese, cercando di trasmettere nel contempo un messaggio che sta a cuore… onestamente vi sono cose ben peggiori nella vita!



01. Dio Del Tuono
02. L’Impossibile
03. Maria Coraggio
04. Santi Di Periferia
05. Gorilla Go
06. In Nome Di Dio
07. Straniero
08. Intossicato
09. Oltre
10. Eutòpia

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