Metal Allegiance
Metal Allegiance

2015, Nuclear Blast
Heavy Metal /Thrash Metal

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 27/10/15

Alex Skolnick, David Ellefson, Mike Portnoy e Mark Menghi, nomi conosciuti da tutti (magari più i primi tre che l’ultimo), musicisti con un fitto carnet di impegni che, non contenti della già impressionante quantità di musica che suonano con i rispettivi combo, hanno deciso di mettere in piedi un progetto di puro divertimento chiamato Metal Allegiance. Ed il concetto di divertimento è la spinta principale che muove questo gruppo di appassionati. Sia ben chiaro, l’aspetto economico di questa operazione non è secondario, ma dalla musica, dalle parole dei diretti interessati, dalle loro esibizioni dal vivo appare più che evidente che lo scopo principale di questa all-star band è di divertirsi prima ancora di far divertire il pubblico. A differenza delle cover band all-star che sembrano spuntare con molta facilità negli ultimi tempi, i Metal Allegiance hanno deciso di fare un ulteriore passo e di dare alle stampe un album (con molta originalità intitolato “Metal Allegiance”!), che invece di puntare facilmente su una carrellata di cover proposte in sede live, delizia l’ascoltatore con materiale inedito, ulteriore segno di quanto siano coinvolti da questo progetto i quattro padri fondatori.

In un progetto di tale portata non possono mancare gli ospiti famosi, già ampiamente presenti in sede live e accorsi in massa anche su CD, andando a formare una lista impegnativa, un vero e proprio who’s who del metal attuale e del recente passato. “Gift Of Pain”, un vero rullo compressore, figlio illegittimo dei Testament, vede alla voce D. Randall Blythe (Lamb Of God) ed alla chitarra Gary Holt (Exodus). “Let Darkness Fall”, ipnotico viaggio tra le nebbie dei Mastodon, si segnala, oltre che per l’ottima prova vocale di Troy Sanders (Mastodon, guarda caso), soprattutto per l’eccelsa opera di Rex Brown (Kill Devil Hill, ex Pantera, ex Down) e di Skolnick nell’intermezzo strumentale che sposta il baricentro della canzone verso lidi ancor più onirici. Con “Dying Song” il livello qualitativo già alto dei brani precedenti raggiunge un ulteriore valore. Phil Anselmo (Down, ex Pantera) si cuce addosso un brano debitore dei suoi Down, impregnato di crepuscolare dolore che sembra sprigionarsi direttamente dal bayou della Louisiana. Ascolto imprescindibile per i fan di Anselmo. Si ritorna in ambito più Testament con la successiva “Can’t Kill The Devil”. Nessun altro avrebbe potuto interpretare al meglio questo brano se non Chuck Billy (Testament), coadiuvato per l’occasione da Phil Demmel (Machine Head) e Andreas Kisser (Sepultura). Assoli thrash di ottima qualità ad opera di un trio (Demmel, Kisser e Skolnick) di altissimo livello. Tanta violenza per un brano che scorre via senza troppe sorprese ma con grande soddisfazione per l’ascoltatore. “Scars”, più anonimo rispetto ai brani precedenti, si segnala comunque per l’ottima prova di Cristina Scabbia (Lacuna Coil), voce come sempre angelica che si contrappone degnamente a quella più violenta di Mark Osegueda (Death Angel). “Destination: Nowhere”, brano un po’ troppo anonimo, si avvale dell’interpretazione vocale, sottotono, di Matt Heafy (Trivium). Fortunatamente il livello si alza nuovamente con “Wait Until Tomorrow”. Doug Pinnick (King’s X) e Jamey Jasta (Hatebreed, Kingdom Of Sorrow) riportano l’atmosfera verso lidi più oscuri bissando con successo quanto già fatto da Anselmo per il proprio brano. Avere Mike Portnoy in squadra e non sfruttare le sue abilità con un brano strumentale dalle chiare influenze prog sarebbe un vero spreco. Ecco quindi “Triangulum: I. Creation II. Evolution III. Destruction”, che alle influenze derivanti dal bagaglio musicale di Portnoy accosta quelle prettamente megadethiane di Ellefson. Ad alzare ulteriormente il livello già eccelso di questo brano vengono chiamati in causa anche signori chitarristi del calibro di Misha Mansoor, Ben Weinman (The Dillinger Escape Plan), Charlie Benante (Anthrax), Phil Demmel, Matt Heafy e Ron “Bumblefoot” Thal (Bumblefoot, ex Guns ‘n’ Roses). Chiusura violenta ed ignorante con il thrash di “Pledge Of Allegiance”, con nuovamente alla voce Osegueda ed alla chitarra Benante, Holt e Kisser. Giustamente, un album dei Metal Allegiance non potrebbe dirsi completo senza una cover. E che signora cover, da pedigree di alto lignaggio: “We Rock” di Dio. Ai già sentiti Osegueda e Billy, si aggiungono per l’occasione Chris Jericho (Fozzy), Tim “Ripper” Owens (ex Iced Earth, ex Judas Priest), Alissa White-Gluz (Arch-Enemy) e Steve “Zetro” Souza (Exodus). Star power alle stelle per una simpatica operazione di rilettura/omaggio di un classico, che mostra perfettamente lo spirito di giocosa all-star cover band dei Metal Allegiance.

L’album di debutto del combo riesce a raggiungere un livello qualitativo decisamente alto, e visti gli artisti coinvolti sarebbe stata veramente dura ottenere un risultato al di sotto delle aspettative. Quello che stona un po’ è l’estrema varietà stilistica dei singoli brani. Sebbene l’anima thrash sia quella più predominante, vi sono comunque diverse influenze che variano decisamente il tenore (e la direzione musicale) dell’album. Non è necessariamente un difetto, ed oggettivamente, viste le diverse provenienze dei quattro padri fondatori della band, sarebbe impensabile pretendere di avere un prodotto con un’unica anima. Ciò che comunque lascia decisamente soddisfatti è l’operato di Skolnick e Portnoy, con il primo instancabile riff machine ed il secondo eclettico ed energico motore ritmico della band, capaci, entrambi, di superare in qualità quanto proposto in passato. Che i Metal Allegiance siano solo un esperimento temporaneo o che siano qui per restare, poco conta. L’importante è la musica che propongono, sia in sede live che con il loro album di debutto, ed il risultato è sempre soddisfacente.



01. Gift Of Pain
02. Let Darkness Fall
03. Dying Song
04. Can’t Kill The Devil
05. Scars
06. Destination: Nowhere
07. Wait Until Tomorrow
08. Triangulum: I. Creation II. Evolution III. Destruction
09. Pledge Of Allegiance
10. We Rock (Bonus Track)

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