Midnight Sin
Sex First

2014, Bakerteam Records
Hard Rock

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 27/11/14

Il revival dell’hard rock di stampo glam o street sembra non trovare ancora battute d’arresto, tanto da attirare anche band esordienti, come per esempio i Midnight Sin. Il combo viterbese sembra calato completamente nella parte, a cominciare dai nomi dei singoli componenti (Albert Fish alla voce, LeStar alla chitarra solista e Maurice Flee a quella ritmica, Acey Guns al basso, Dany Rake alla batteria), proseguendo col titolo dell’album (“Sex First”) e col monicker, e finendo naturalmente con i testi delle canzoni.

I giovanissimi musicisti si presentano con un album/omaggio che guarda decisamente ai grossi nomi che imperversavano negli anni ’80 lungo la Strip di Los Angeles, Poison e Mötley Crüe sopra tutti. Il sound, se non fosse per una produzione che lo allaccia a questo secondo decennio degli anni 2000, sembrerebbe provenire direttamente da quella decade della fine del ‘900. Il lavoro eseguito dai singoli musicisti è di tutto rispetto, anche se in alcuni momenti mostra alcune pecche (batteria e chitarra non a tempo, pessimi effetti sulla voce, leggeri ritardi sulle parti voce e batteria...) che rendono perfettamente l’idea di una band alle prime armi che può e deve ancora crescere. Le stesse canzoni proposte si inseriscono un po’ troppo facilmente nella scia dei modelli segnalati (“No Matter” e “2 Words” influenzate dai Mötley Crüe, “‘Till It’s All Gone Away” e “Rise & Yell” dai Poison o ancora “Feed Me With Lies” da Bon Jovi). Il brano più interessante del lotto è l’iniziale “Midnight Revolution”, che si distacca dalle composizioni successive per un approccio molto più orientato verso l’heavy metal, approccio che purtroppo non verrà più ripreso. Buona varietà di tempi all’interno delle nove canzoni proposte, ma la scelta di inserire ben tre brani lenti (anche se l’unica vera power ballad è la conclusiva “Sweet Pain”), ai quali si può aggiungere la poisoniana “‘Till It’s All Gone Away”, conferisce alla seconda metà dell’album un andamento molto altalenante.

I Midnight Sin credono veramente in quello che suonano, e la scelta di approcciarsi alla materia con passione, senza scimmiottare il movimento hair/glam losangelino degli anni ’80 (alla Steel Panther) riesce a far apprezzare un po’ di più l’album. I cinque ragazzi hanno innegabilmente una buona conoscenza dei propri strumenti, ma vi è ancora bisogno di un ulteriore periodo di rodaggio tra esibizioni dal vivo e migliorie nella scrittura dei brani. Nell’ottica dell’album d’esordio, “Sex First” può essere visto come un buona vetrina per farsi conoscere giocando sul sicuro, ma per le prossime uscite una maggiore voglia di sperimentare e di staccarsi dai modelli d’origine risulterebbe solo a favore della band. Sono ormai lontani i tempi quando bastavano un ritornello orecchiabile e testi che parlavano di sesso, droga e feste per spopolare nelle classifiche. Nel 2014 è richiesta una maggiore personalità, soprattutto in un genere che ultimamente sta diventando veramente molto inflazionato con band fotocopia di gruppi che già guardano al passato. I Midnight Sin sono comunque sulla strada giusta e l’uscita di un secondo album riuscirà a dare maggiori chiarimenti su come potrà essere il loro futuro.




01. Snake Eyes
02. Midnight Revolution
03. Feed Me With Lies
04. No Matter
05. ‘Till It’s All Gone Away
06. You Piss Me Off
07. Rise & Yell
08. Code: 69
09. 2 Words
10. Sweet Pain

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