Nalle Påhlsson’s Royal Mess
Royal Mess

2015, MelodicRock Records
Melodic Hard Rock

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 03/12/15

Björn Göran Nalle Påhlsson. Ai più sarà noto per essere l’attuale bassista dei Therion, e già questo sarebbe un buon biglietto da visita. Per chi è un po’ più addentro nei meandri del mondo delle sette note, il buon Påhlsson rappresenta un nome di spicco, sia per le band in cui ha militato (Treat, Last Autumn's Dream, Vindictiv, AB/CD), sia per l’estensivo contributo prestato in sede live, come produttore e come songwriter. Per questo suo progetto solista, i Nalle Påhlsson’s Royal Mess, il nostro eroe delle quattro corde si è occupato di voce, chitarra ritmica, basso e tastiere, nonché di produrre anche il tutto. Il già elevato livello d’interesse non fa che crescere, e continua ulteriormente ad aumentare quando ci si rende conto del numero di ospiti chiamati a comparire su questo album di debutto. Naturalmente i prestiti provenienti dalle fila, passate e presenti, dei Therion sono quelli più numerosi (Linnéa Vikström, Johan Koleberg, Kristian Niemann, Christian Vidal), ma non mancano anche contributi da altre band in cui ha militato Påhlsson (Jamie Borger, Patrick Appelgren, Stefan Lindholm, Mikael Erlandsson, Pontus Larsson) o legati per altre vie al bassista (Mats Olausson, Ian Haugland, Mats Levén, Kee Marcello, Pontus Norgren, Henrik Bergqvist).

Con una introduzione del genere mantenere le aspettative non è certamente facile, ma l’album di debutto di questo progetto solista di Påhlsson, intitolato molto umilmente “Royal Mess”, riesce a soddisfare quanto promesso. Il biondo bassista si focalizza su un hard rock melodico che pesca ampiamente negli anni ’80 e ’90, rimbalzando dai Def Leppard all’ambito più sleaze. Nulla di nuovo sotto il sole, ma Påhlsson riesce a proporlo in modo estremamente gradevole. Brani veloci, semplici nella loro struttura, di contenuto minutaggio. L’energia che si diffonde dalle dodici composizioni che vanno a formare l’album è decisamente contagiosa. I 45 minuti di durata scorrono via velocemente e non lasciano l’ascoltatore insoddisfatto, tutt’altro: la voglia di ripartire da capo è molta. Anche le due ballad presenti (“The Pieces Of My Heart” e “See You In My Dreams”) riescono a mantenere desta l’attenzione, segnalandosi per una certa personalità, soprattutto la prima delle due, che le distingue dagli standard a cui l’hard rock melodico ci ha abituato. Debutto di tutto rispetto: i brani, scritti in modo coinvolgente, acquistano un ulteriore richiamo grazie ai contributi degli artisti ospiti ma sarebbero degni di nota anche senza questa aggiunta, segno della maturità di scrittura ormai acquisita da Påhlsson in tutti gli anni di carriera. Un piacevole diversivo in attesa del prossimo album dei Therion.




01. Aces High
02. Hell City
03. Mr. Freedom
04. Gold Digger
05. Breakout
06. Higher Than Seventh Heaven
07. The Pieces Of My Heart
08. To Hell And Back
09. Trip
10. From Rise To Fall
11. Loaded Gun
12. See You In My Dreams

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