RavenBlack Project
Breaking Through The Mist

2015, Autoproduzione
Heavy Rock

Italians Do It Better.
Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 30/03/15

Andre Matos (Avantasia, ex Angra, ex Shaman), Jon Oliva (Jon Oliva’s Pain, Savatage, Trans-Siberian Orchestra), Amanda Somerville( Trillium, Kiske/Somerville, Avantasia). Dedicando solo una veloce occhiata superficiale al cast decisamente stellare presente in “Breaking Through The Mist”, verrebbe immediatamente da pensare di trovarsi di fronte ad un nuovo parto della mente geniale del folletto di Fulda. In realtà i paralleli tra gli Avantasia e i RavenBlack Project sono decisamente limitati solo a questa coincidenza di ospiti vocali: nessun tipo di sudditanza da parte della band nostrana, anche perché il progetto creato da Riccardo Bacchi, più che ad un ambito operistico o di concept album, guarda decisamente ad una materia più terra terra, senza troppi fronzoli, di puro rock pesante. E questo è veramente un ottimo punto di partenza!

L’apertura dell’album è lasciata a “My New Revelations”, brano veloce, caratterizzato da chitarre taglienti e superbamente interpretato dalla voce di Mark Boals (Dokken, Ring Of Fire, Labyrinth, ex Yngwie J. Malmsteen). Fin da subito sono ben evidenti i tratti salienti di questa opera prima dei RavenBlack Project: riff ed assoli ben studiati e sempre al centro della scena, brani solidi a cavallo tra il rock ed il metal, ospiti canori perfetti per la parte e capaci di dare quel qualcosa in più ai brani che può fare la differenza tra un buon album ed un ottimo album. Con “The Faithless And The Dreamer” cala la velocità ma non la potenza, in parte per merito dei due cantanti ospiti (i già citati in precedenza Matos e Oliva), ma soprattutto grazie alle chitarre elettriche che anche in questa ballad mantengono inalterata la pesantezza, dando vita ad una interessante dicotomia tra la delicatezza del cantato e la robustezza della parte strumentale. “One-Night Stand” ci riporta verso i lidi hard & heavy già visitati con il brano di apertura. Ospite, in questo caso, Doogie White (Cornerstone, ex Rainbow, ex Tank, ex Yngwie J. Malmsteen), perfettamente a suo agio all’interno di tale cornice. “Redemption Blaze”, brano dal sapore molto vicino ai nostrani Wine Spirit (e non a caso cantato dal bassista di tale gruppo, Alberto “El Guapo” Bollati) è capace di mostrarci un’ulteriore declinazione in ambito hard rock, grazie soprattutto all’inserimento di un dilagante organo Hammond che tiene perfettamente la scena, sia da solo che duettando con le chitarre. “The Ancestral Call” è il primo, vero cambio di direzione musicale all’interno dell’album, considerato che “The Faithless And The Dreamer” manteneva comunque una sua pesantezza di fondo. Con un’ospite d’eccellenza come Amanda Somerville (affiancata da un Doogie White più intimistico del solito), sarebbe criminale non giocare sui territori più vicini al folk. Bandite dunque le chitarre elettriche, viene dato largo spazio a strumenti più delicati, dal flauto alla chitarra acustica, alla ghironda, al violino. Il cambio di atmosfera, sebbene nuoccia in parte allo scorrere della tracklist, è estremamente coinvolgente. Il duetto Somerville/White riesce a trascinare l’ascoltatore in un mondo medievale, giocando con le emozioni e le sensazioni. Il ritorno di Mark Bolas nella successiva “The Road To Hell Paso” segna anche il ritorno alle sonorità più dure e naturalmente ai sempre trascinanti riff di chitarra. “Wasting Memories”, un mid-tempo più melodico e giocato sulle emozioni, viene impreziosita dalla voce calda e struggente di James Christian (House OF Lords). Avvicinandoci alla conclusione dell’album, Bacchi decide di giocarsi il brano più pesante di tutto il lotto, ovvero “Your Load Of Lies”, lasciata alla voce sabbiosa di Franco Campanella (Spanking Hour, Alto Voltaggio) ed a riff di chitarra che vorrebbero sfondare le barriere dei generi musicali e trasferirsi nell’ambito thrash. Dopo un tale brano sarebbe impossibile ripetersi, e quindi saggiamente la conclusione dell’album viene lasciata alla delicata voce di Amanda Somerville, che in “Lullaby For A Wolf” si profonde in un’altra magistrale e sentita interpretazione, tra atmosfere soffuse e strumenti acustici.

Riccardo Bacchi è riuscito a confezionare un album di debutto per i suoi RavenBlack Project decisamente competitivo che, pur orientandosi verso il rock più pesante, non disprezza aperture verso altre prospettive. Ascrivere il successo di questi brani alla sola presenza di ottimi cantanti ospiti sarebbe estremamente riduttivo. Bacchi ha avuto sì la fortuna di riuscire a far partecipare signore voci del panorama hard & heavy mondiale, ma si è anche distinto per la scrittura di brani coinvolgenti, ben strutturati, dal giusto minutaggio, mai ripetitivi. Un connubio più che riuscito di ottime qualità tecniche e di profonda conoscenza dei meccanismi che stanno alla base della scrittura musicale. Non ci troviamo di fronte all’esordio di una band che si è esercitata nel garage sotto casa, ma a quello di un artista completo con le idee ben chiare e che sa sfruttare perfettamente i musicisti dei quali si è circondato. Non è solo l’ospite famoso (ma anche dotato, in questo caso) che fa la differenza, quello che serve è soprattutto una band di elevata qualità, che riesca a destreggiarsi anche fuori dalla sala d’incisione, quando naturalmente gli ospiti non sono presenti. L’apporto di musicisti del calibro di Dario Caradente (Kalevala) al flauto, di Federico Vannucchi (The Midnight) alla ghironda, di Anchise Bolchi al violino, è altrettanto prezioso quanto quello di artisti come Somerville, Christian o Bolas.

Mai la frase Italians Do It Better è stata più calzante. Nessun bisogno di emulare altri, nessuna necessità di eccessi o di ipertrofia di scrittura, ma tanta passione che rende “Breaking Through The Mist” uno dei più interessanti album realizzati su suolo italico negli ultimi tempi.



01. My New Revelations (Feat. Mark Boals)
02. The Faithless And The Dreamer (Feat. Andre Matos & Jon Oliva)
03. One-Night Stand (Feat. Doogie White)
04. Redemption Blaze (Feat. Alberto Bollati)
05. The Ancestral Call (Feat. Amanda Somerville & Doogie White)
06 The Road To Hell Paso (Feat. Mark Boals)
07. Wasting Memories (Feat. James Christian)
08. Your Load Of Lies (Feat. Franco Campanella)
09. Lullaby For A Wolf (Feat. Amanda Somerville)

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