Newton Faulkner
Human Love

2015, Bmg
Pop

Un viaggio colorato ed etnico che si lancia nel Pop moderno senza abbandonare la sua anima acustica
Recensione di Giovanni Maria Dettori - Pubblicata in data: 24/01/16

Un uomo si siede su di una sedia, in mezzo ad una stanza vuota. La sua testa, così come il suo corpo, sono percorsi da lunghissimi dread rossi. All'improvviso prende un paio di forbici rosse e "Zac", comincia a farli cadere, prima uno ad uno, poi frettolosamente, a grappoli. "Look at me, I just can't believe what they're doing to me, I just wanna live" canta, tra equilibrati vocalismi e un crescendo di voce e ritmi, a testimoniare il suo sentimento. Alla fine di questa "Get Free", in testa è rimasto una sorta di caschetto di rasta, che l'artista si lega, con un sorriso. Non sappiamo quanto di metaforico vi sia nel video, ma Newton Faulkner con questo lavoro sembra volersi lasciare dietro pregiudizi, simboli e stereotipi, specie in un epoca in cui si cerca prima il "personaggio", poi il musicista.
Sì, sono io Newton Faulkner, anche senza i dreadlock, anche senza la chitarra che suono e con cui tengo il tempo, percuotendola con il polso e con i polpastrelli. E questo è il mio nuovo album.

"Human Love" è un disco ben riuscito, a cavallo tra Country, Pop e Folk, con tinte di Peter Gabriel e Gotye. Il suono della chitarra di Faulkner è accompagnato da cori, percussioni, tastiere che creano trame molto semplici ma appassionanti, e rendono il sound dell'artista meno "rustico", sicuramente a tratti molto più vicino alla certezza filo-radiofonica, ma comunque realizzando un prodotto autentico e salvo da contaminazioni eccessive. Tracce estremamente ritmiche (quasi da danza attorno al fuoco), come "Up and Up Away" e "Far To Fall" hanno un retrogusto "African": fanno ballare l'ascoltatore con un vortice di percussioni e controcanti à la Miriam Makeba mentre il ritornello segue la linea dell'immancabile riff acustico, in un mix di sensazioni tribaleggianti, sino al break, che può essere un groove, un fischiettio o una linea di tamburi. "Passing Planes" mette in mostra il timbro di Faulkner, oltre che la sua vena melodica, con un malinconico ma appassionato canto, mentre un amore un tempo sfavillante naufraga svanendo nel nulla, andando a costituire una delle parentesi più emozionanti dell'intero disco.
La ballad/ninnananna "Break" si spoglia delle eccessività ritmiche: rimane solo la chitarra arricchita dalla "percussione" sulla cassa armonica dello strumento che ha reso Faulkner conosciuto, ma che l'artista utilizza comunque con parsimonia, per non colpire l'onirica atmosfera della traccia.

"Step in The right direction" e "Gone" strizzano l'occhio al Pop, senza stravolgere quanto ascoltato sino ad ora, con riff meno complessi ed un uso più completo di synth e proto-ambient, senza perdere comunque il lato folk, al contrario di quanto avviene con "Shadow Boxing", eccessivamente esposta a suoni elettronici ed effettivamente dimenticabile.
La Title Track "Human Love" sul finale trasforma lo stomp elettronico dell'ultimo quarto di disco in un ibrido di country-ambient inedito, ma comunque gradevole.

"Human Love" è un album completo e riuscito. La vena creativa di Faulkner si concilia bene con l'anima Pop dell'album, in un caleidoscopio di ritmi e suoni vivaci e colorati. Viene messa un po' da parte la verve del "Folk" cantautoriale che ha contraddistinto l'autore dagli esordi a questa parte, ma ci sarà sicuramente tempo per recuperare, visto che questo è l'album che potrebbe lanciare l'artista verso il successo discografico.




Get Free
Up Up And Away
Step In The Right Direction
Passing Planes
Stay And Take
Break
Far To Fall
Can I Be Enough
Gone
Shadow Boxing
Human Love

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