Jag Panzer
The Deviant Chord

2017, SPV/ Steamhammer
Heavy Metal

Il metal è morto...? Ma per favore...
Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 28/09/17

Facciamo un attimo il punto della situazione: Black Sabbath e Motorhead se ne sono andati, per Iron Maiden e Judas Priest si avvicina inesorabile l'ora della pensione, gli Helloween si giocano il jolly della reunion, le band degli anni '90 (Stratovarius, Gamma Ray, Angra) sono ferme ai box o ridotte a parodie di sé stesse. Resta ancora qualche vecchia gloria (Saxon, Accept e Queensryche) che tira la carretta in maniera più che dignitosa, e una serie di pesci ancora troppo piccoli per annunciare la rinascita di un genere (Night Demon, Battle Beast). L'aria che tira sul classic metal fatica a diventare quella del rinnovamento; chi porterà avanti il genere? Chi raccoglierà l'eredità delle band che dal niente hanno fatto la storia? La risposta ai nostri quesiti amletici arriva ancora un volta dall'underground e porta il nome degli Jag Panzer.
 
Una carriera in sordina, quella della band proveniente dal Colorado, la cui visibilità è stata inversamente proporzionale alla qualità delle sue produzioni. In molti la conoscono per aver lanciato l'ex Megadeth Chris Broderick, ma anche oggi la band può vantare fra le sue fila pezzi da novanta come lo straordinario vocalist Harry Conklin e uno degli shredder più rispettati degli anni '80, il figliol prodigo Joey Tafolla. 
Gli Jag Panzer non hanno alle spalle chissà quali battage pubblicitari, non si cimentano in pose plastiche, né in improbabili battute di caccia agli infedeli. Un approccio quasi signorile rimarcato da uscite discografiche sempre più dilatate nel tempo. Se pensate che abbiamo parlato troppo date allora la parola alla musica e al nuovissimo "The Deviant Chord": prendete la opener "Born Of The Flame" e il suo straordinario chorus, e proseguite con il riff che apre "Far Beyond All Fear", un uno-due che metterebbe knock out la maggior parte dei gruppi citati all'inizio. E siamo appena al secondo round. Dei tanti discepoli di Bruce Dickinson, Harry Conklin si conferma il più credibile, porta il disco subito su di giri per poi assestarsi nella parte centrale con la titletrack e un'inattesa cover di "Foggy Dew". Tafolla non è da meno e non impiega molto a recuperare il suo passato di shredder, ma anche a cimentarsi in un solo di rara bellezza come sulla torch song "Long Awaited Kiss", roba da fare invidia a chi su queste composizioni ci ha costruito un'intera carriera. Perchè misurare le parole con tanto ben di Dio? "Salacious Behaviour" è un corpo a corpo contro l'ascoltatore degno dei migliori Iron Maiden, "Divine Intervention" ha un chorus epico che potrebbe fare invidia ai Blind Guardian e "Foggy Dew" come accennato è un azzeccato esperimento nel campo dei traditional irlandesi; ma se qualcuno dovesse chiedervi che cos'è l'heavy metal, "Fire Of Our Spirit" potrebbe essere una risposta più che adeguata, un brano letteralmente da vivere e che non si descrivono a parole.

A voler fare dei paragoni, verrebbe da dire che questo disco rappresenta per l'anno in corso quello che "Painkiller" è stato nel 1990. Meglio forse tenere un profilo basso: per il momento ci limitiamo a dire che questo disco è una autentica bomba. Compratelo, godetevelo, esaltatevi e se necessario, rispolverate anfibi e guanti di pelle. "The Deviant Chord" ci dice che l'heavy metal non è disposto a fare alcun passo indietro. Nessun dubbio a riguardo.




01. Born Of The Flame
02. Far Beyond All Fear
03. The Deviant Chord
04. Blacklist
05. Foggy Dew
06. Divine Intervention
07. Long Awaited Kiss
08. Salacious Behavior
09. Fire Of Our Spirit
10. Dare

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