Eyehategod
A History Of Nomadic Behavior

2021, Century Media Records
Sludge

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 15/03/21

Negli ultimi sette/otto anni gli Eyehategod hanno dovuto affrontare situazioni a dir poco difficili, dalla morte del batterista Joey LaCaze a causa di un'insufficienza respiratoria all'abbandono di Brian Patton, compagno d'asce di Jimmy Bower, sino al trapianto di fegato del cantante Mike IX Williams. Se a questi episodi aggiungiamo l'improvvisa interruzione dei concerti a causa del Covid-19, con la band costretta a lasciare in fretta e furia l'Ucraina prima di rimanere bloccata sul posto, il lockdown generalizzato, la sfida elettorale tra Trump e Biden, le violenze della polizia statunitense nei confronti della comunità afroamericana, possiamo senz'altro affermare che ai quattro della Louisiana non mancavano gli spunti per un nuovo album.

Così, dopo un lavoro omonimo datato 2014, il gruppo torna con un sesto LP in studio, "A History Of Nomadic Behavior", nutrito sia dagli eventi testé elencati sia da un'intensa attività live, con quattro continenti toccati in trentasei mesi. Il combo, decelerato il pedale dall'autodistruzione e dal nichilismo esasperato dopo una vita di eccessi, decide di vomitare il proprio fiele "politico" attraverso liriche astratte, cariche, però, di rabbia e frustrazione, e uno sludge della miglior specie, limaccioso e prospettico, benché meno abrasivo e malato rispetto al passato.

Nelle cisterne della musica più sporca e fangosa di New Orleans, infatti, convivono detriti provenienti da aree altrettanto malsane e a essa affini, che contribuiscono alla formazione di un puzzle soltanto apparentemente disorganico. I riff sabbathiani di "Built Beneath The Lies", i feroci intermezzi hardcore nel mare doom di "The Outer Banks" e "Three Black Eyes", i passaggi scandalosamente pachidermici di "Fake What's Yours", "Anemic Robotic" e "The Day Felt Wrong", la fanghiglia southern di "High Risk Trigger", una scheggia noise della virulenza di "Current Situation", la frenesia sincopata di "Cirlce Of Nerves": brani saturi di feedback e distorsioni, di blues estremo e urla al vetriolo, per un lotto che riesce altresì ad allentare un po' la tensione con lo strumentale jazz "Smoker's Pieces" e il rock sudista di "The Trial Of Johnny Cancer". La conclusiva "Every Thing, Every Day" rappresenta, invece, un distillato di bile contro la schiavitù salariale capitalista, con il verso "Kill your boss" ripetuto sino allo spasimo e che rappresenta il guanto di sfida finale a una società alienata e alienante.

Le droghe, l'alcol, l'emarginazione, gli aspetti psicologici, un disagio esistenziale profondo: ciò che rappresentava il motore degli Eyehategod, ma anche la causa principale della loro discontinuità discografica, lascia ora il campo a una visione critica e pessimista della civiltà occidentale. Le paludi urbane di "A History Of Nomadic Behavior" ne risucchiano avide le macerie.




01. Built Beneath The Lies
02. The Outer Banks
03. Fake What's Yours
04. Three Black Eyes
05. Current Situation
06. High Risk Trigger
07. Anemic Robotic
08. The Day Felt Wrong
09. The Trial Of Johnny Cancer
10. Smoker's Place
11. Circle of Nerves
12. Every Thing, Every Day

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