A Day To Remember
Common Courtesy

2013, Caroline/Universal
Alternative Rock

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 15/12/13

Avevavo proprio voglia, gli A Day To Remember, voglia di fare, voglia di rimettersi in gioco, voglia di lasciarsi alle spalle la vertenza legale con la Victory Records durata quasi tre anni, e riscoprire la musica come espressione di quel rapporto misticamente esplosivo che è l'amicizia in una band, una forza racchiusa in qualche bottiglia di birra, in un viaggio in macchina, verso un futuro tutto da scrivere.

 

"I remember when I first saw the country
I remember sleeping in the van
Said goodbye to friends and family"

 

E allora ecco che, in concomitanza con il nuovo tour internazionale, finalmente esce "Common Courtesy": tre atti si smembrano e si sparpagliano lungo sedici brani, per un totale di 63 minuti di sincerità e versatilità. Inquadratura decisamente poco Pop ma che necessariamente passa per i tre cardini che hanno permesso al gruppo di Jeremy McKinnon, Kevin Skaff e Neil Westfall di entrare nel carrozzone mondiale viaggiante sulle ruote dell'Alternative in continuo cambiamento, per la gioia della critica più varia.

 

"‘Cause they could never understand"

 

Non c'è tempo per fare i bagagli, non c'è spazio pre i pregiudizi: "City of Ocala" è la prima tappa di un iter completo, in cui non mancano rincorse e scontri. A lottare per l'obiettivo comune sono brani classici, veloci e minuziosamente riarrangiati come il singolo "Right Back At It Again", pezzi di growl e scream - da sempre caratteristica della band - che qualche volta stonano nel contesto sonoro ("Sometimes You're the Hammer, Sometimes You're the Nail" e "Violence") e momenti di suspence acustica pennellati strategicamente, come nel caso di "I'm Already Gone".

 

"I remember jumping off of cliff tops
I remember playing with no one there
Yeah I knew if I became successful"

 

Il pericolo è dietro l'angolo: l'inserimento di tre macrogeneri in uno stesso disco costituisce, stavolta, un'arma a doppio taglio. Si va quindi a creare una sorta di triplo EP confusionario che rischia di non essere apprezzato in toto, ma solo in base alla personale simpatia verso un determinato sound. Come a sottolineare l'appartenenza a differenti categorie mainstream, gli A Day To Remember scartano il meglio di sé in un modo scoordinato, amorevole per i fans, ma sgradito agli ascoltatori più distaccati.

 

"It wouldn't change who I am cause where I've been"

 

Tanta foga e creatività difficilmente amalgamabile non può che essere apprezata, certo il modo di presentare un disco atteso con grandi aspettative avrebbe potuto essere più coerente con i lineamenti del buonsenso. Ma anche questa imprevedibilità è una caratteristica ormai consolidata del quintetto Made in Florida.

 

"‘Cause where I've been"





01. City of Ocala
02. Right Back at It Again
03. Sometimes You're the Hammer, Sometimes You're the Nail
04. Dead & Buried
05. Best of Me
06. I'm Already Gone
07. Violence (Enough Is Enough)
08. Life @ 11
09. I Surrender
10. Life Lessons Learned the Hard Way
11. End of Me
12. The Document Speaks for Itself
13. I Remember

14. Leave All the Lights On
15. Good Things
16. Same Book but Never the Same Page

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