Dying Awkward Angel
Absence Of Light

2018, Extreme Metal Music
Melodic Death Metal

Recensione di Icilio Bellanima - Pubblicata in data: 28/05/18

Nati a Torino nel 1998, i Dying Awkward Angel festeggiano il ventennale della loro carriera con "Absence Of Light" il loro secondo lavoro discografico a tutti gli effetti (sotto l'egida della Extreme Metal Music), dopo due demo, un singolo e un primo full length, "Waiting For Punishment", seguito dall'E.P. "Madness Rising" dello scorso anno, oltre a tutta una serie di vicissitudini e cambi di line-up che hanno compromesso la stabilità della band piemontese. Il rinnovato equilibrio, sancito dall'ingresso in formazione del singer Michele Spallieri (dei Kenos), ha dato come frutto un buon lavoro, lontano però dalla perfezione.

 

L'opening track, "Blood Of Your Blood", è quasi una cartina tornasole della qualità della loro proposta: un gusto per la melodia sicuramente interessante, misto ad alcuni riff tirati e cattivi (senza mai esagerare con la velocità), ma appena la band prova a buttare nel mezzo una soluzione meno vicina al melo-death svedese, principale fonte di ispirazione sin dagli albori, qualcosa si spezza. La stessa storia si ripete nella successiva, "Death Coach": attacco iniziale devastante, buona intuizione per le melodie, che quando i Dying Awkward Angel fanno emergere con tutta la loro potenza riescono a dipingere scenari piacevoli, ma poi arriva il riff meno incisivo che non permette al brano di decollare. A complicare le cose ci pensa anche una produzione disomogenea, con delle chitarre troppo sature (mentre tutto il resto suona egregiamente) che disintegrano la dinamicità del suono, e i riff stessi ne risentono pesantemente (un esempio lampante è il quinto brano, "Dolls").

 

Fortunatamente, in percentuale, ciò che non funziona in questo "Absence Of Light" è in minoranza rispetto a quei momenti in cui la band sa invece farsi apprezzare, tra il drumming preciso di Luca Pellegrino, la voce cavernosa del già citato Spallieri, e l'indubbia capacità di saper gestire le molteplici influenze. Influenze che si sentono tutte, dalla scuola melo-death svedese (In Flames, At The Gates), fino ad elementi tendenti al death e al thrash, una commistione che permette comunque ai D.A.A. di non appiattire troppo la loro proposta, dimostrando di sapere giostrarsi con abilità, frutto della ventennale esperienza della band, tra momenti più veloci, e altri in cui la velocità viene sacrificata in favore di potenza pura o della melodia. Non mancano nemmeno trovate che spezzano la monotonia del loro genere di riferimento, come l'eterea intro di "Shade", quella di "Killing Floor" che strizza l'occhio ai connazionali Dark Lunacy (tesi corroborata dalla voce femminile presente nel brano), o la splendida title track, un concentrato di atmosfera davvero riuscito, sorta di ideale tributo ad intermezzi leggendari del melodic death metal di matrice svedese (come "The Jester's Dance" o "Mine is the Grandeur" - ma senza chitarre acustiche).

 

Il risultato è un album solido, pieno di buone idee e momenti, che resta però ancorato ad un livello più basso per via di alcune storture tranquillamente evitabili, dal suono delle chitarre totalmente da rivedere, ad alcuni riff (all'interno di brani, nel complesso, ben scritti) non ancora pronti per l'incisione. Nel complesso, comunque, "Abscence Of Light", è un buon lavoro Made in Italy.





01. Blood of your blood
02. Death coach
03. Isaiah 53:7
04. Shade
05. Dolls
06. Sancta sanctorum
07. Absence of light
08. Maldita seas
09. The dust devil
10. T.U.S.K.
11. The killing floor

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