Il problema nel suggerire una via di fuga ad una scena musicale stantia è quello di rimanere inascoltati, per quanto buona la tua idea possa essere. Successe un po' questo agli AC Acustics, band scozzese dei late '90s tra le prime a proporre una valida alternativa allo schema shoegaze creato da Ride e Slowdive grazie all'innesto di corpose dosi di corrosivo e ritmico alternative rock nelle ampie onde dei riverberi. Nel 1997, dopo un buon esordio, i Nostri confezionano, con "Victory Parts", quello che può essere tranquillamente considerato il loro capolavoro; ciononostante, a far maggiore fortuna furono i loro fan Placebo, i quali - forti di un'immagine maggiormente imponente e di un messaggio pop più efficace - costrinsero gli AC Acustics nell'ombra. E nonostante tutte le parole di elogio, i palchi divisi con unaPJ Harvey sulla breccia dell'onda e le collaborazioni col buon Brian Molko, i nostri si sciolsero poco dopo l'uscita di "O" nel 2002, loro ultimo inciso in studio.
A fare un po' di giustizia musicale (o - chissà - magari per fungere da preludio ad una reunion) arriva oggi l'etichetta discografica di Björk, la quale ripropone sul mercato "Victory Parts" in un'edizione arricchita non solo del classico remaster del disco come lo abbiamo conosciuto 16 anni fa, ma lo arricchisce di quattro bonus track e di un cd live - "The Silver Echo And The Golden Echo" - quale unica testimonianza su supporto ottico di quanto gli AC Acustics fossero capaci dal vivo.
Il lavoro di restauro è sicuramente di pregio, tanto da contribuire con un buon mezzo punto sulla valutazione globale d'insieme. Dal punto di vista artistico, difatti, agli AC Acustics è sempre mancata una certa accessibilità d'insieme, una sorta di intransigenza lirica e melodica che, per quanto affascinante, ha sempre rischiato di annoiare ben più di un ascoltatore, ed è forse questo il vero elemento che li ha tenuti lontani dal successo di massa. Ciononostante, è indubbio che questa accoppiata debba essere salutata con genuino entusiasmo dagli intenditori, e da coloro che sono curiosi di capire meglio come sia potuto nascere un certo tipo di alternative rock mainstream nella terra d'Albione a partire dalla seconda metà degli anni '90. Una lezione di storia insomma, ma di quelle alternative ed interessanti: come fosse la spiegazione di una battaglia minore, ma di quelle che si riveleranno poi essere fondamentali per vincere un'imponente guerra.