Gabriele Fiori, già chitarrista e singer dei Black Rainbows e a capo dell'etichetta Heavy Psych Sounds, giunge al secondo album sotto il moniker Killer Boogie, progetto che presenta chiare affinità di sangue con il combo madre in termini di sonorità generali, sebbene la loro declinazione si avantaggi di una resa maggiormente immediata e gommosa. Dopo l'ottimo feedback riscontrato dall'esordio "Detroit" (2015) il trio nostrano, completato da Nicola Cosentino al basso e Luigi Costanzo dietro le pelli, si tuffa voluttuoso nel liquido rancido di "Acid Cream". Una miscela che all'attitudine vintage e alla forza delle distorsioni dei seventies unisce la psichedelia di fine anni '60: Blue Cheer, Cactus e Cream le band di riferimento, per un trip allucinogeno in Ray Ban da compiere in polverosi peep show californiani, tra scorpioni guantati, marmitte incandescenti ed exploitation movie.
La breve intro "Superpusher '69", dalla pronunciata effettistica in phaser, avvia il disco su promettenti binari onirici, ribaltati dalla frequenze proto punk della rapida e incisiva "Escape From Reality": lembi di granulosa sovrastruttura lisergica caratterizzano "Atomic Race", brano deflorato da un giro delle sei corde tanto rétro quanto efficace, mentre sono le ipnotiche percussioni della batteria a lanciare in orbita l'energico boogie di "I Am Demon". A seguire il timbro suadente dell'organo che sigilla il finale della cadenzata "Let The Birds Fly" pensano il torrido groove ossianico di "Dino-Saur" e i cori di "Brother In Time", pezzo figlio di un hard rock scaraventato nelle aride distese in technicolor di Las Vegas; il break sudista affidato a "Mississipi" funge da abbrivio ai lunghi solos della cavalcata psych blues "Black Widow", che in chiusura si adagia morbida e visionaria su un tappeto strumentale espanso e in progressione space. La panna mucillaginosa di "The Day Of The Melted Ice Cream" e i Nebula in acido di "I Wanna A Woman Like You" concludono un lotto nel quale il pedale in perenne pressione risulta quello di un sound crespo, dilatato e dannatamente catchy.
Fuzz, fuzz e ancora fuzz: i Killer Boogie rappresentano una realtà destinata a porsi in prossimità dei nomi più significativi della scena stoner e delle sue sterminate declinazioni. "Acid Cream", album frutto di notevoli qualità compositive e di una conoscenza profonda dei generi affrontati, costituisce uno stuzzicante pastiche in cui convivono in miracoloso equilibrio citazionismo d'antan, contributo originale e percepibile entusiasmo: Italians do it better.