Adriano Viterbini
Goldfoil

2013, Bomba Dischi
Blues Rock

Recensione di Federico Mainardi - Pubblicata in data: 03/04/13

Chi è Adriano Viterbini? È un artista tra i più apprezzati del circuito musicale romano; è uno dei chitarristi più peculiari della scena italiana; è autore, coarrangiatore e coproduttore dei brani dei Bud Spencer Blues Explosion e dei Black Friday. Così, però, non si è ancora toccato l’essenziale: l’essenziale è che Adriano Viterbini è un artista arrivato alla maturità, che col suo primo album solita, questo “Goldfoil”, non teme di esporsi proponendo un lavoro intimistico, evocativo, intriso di appassionato amore per il blues minimale di Blind Willie Johnson, Ry Cooder, John Fahey e Jack Rose.

Coniugando con facilità tecnica ed immediatezza – o almeno: con apparente facilità, laddove la capacità di regalare performance spontanee e piene di naturalezza, che non tradiscano le fatiche del lungo lavoro preparatorio, è il marchio di chi ha stile – Adriano conduce l’ascoltatore tra malinconiche suggestioni da delta blues e atmosfere più intime e personali. La sua musica è la trasposizione di emozioni fuggevoli o cangianti, di impressioni e armonie che sanno rapire, solleticare ed eccitare, guadagnando la lieta e trepida partecipazione di chi le ascolta con la dovuta aspettativa.

I primi due brani, “Immaculate Conception” e “Kensington Blues”, sono delicati e suggestivi; con “God Don’t Never Change” il tocco si fa via via sempre più deciso, in un ritmo incalzante dalla ripetitività quasi mistica. “Blue Man” è un sentito tributo alla misteriosa musica tuareg, frutto dei miraggi e delle scoperte di un viaggio. “New Revolution Of The Inoocents” è il torrido incontro tra la chitarra di Adriano ed i synth modulari di Alessandro Cortini (Nin Inche Nails), mentre “No Name Blues” e “Style-O-Blues” ritrovano ora l’umore scanzonato e ciarliero della gente del Delta, ora la frenesia e i modi spicci di un Robert Johnson. Non solo i profumi della primavera e la luce che si specchia sull’acqua, ma anche la giocosità scherzosa del bel tempo abitano le note di “Lago Vestapol”; la magnetica “Montecavo” regala l’emozione intensa delle vedute imponenti, la composita “Stella South Medley” accende una sobria allegria e “If I Were A Carpenter” ha il sapore malinconico dei sogni creduti a metà. Infine “Vigilante Man”, piena di groove, è l’invito a non smettere di viaggiare rivolto a chi, ascoltando questa manciata di belle canzoni, si è lasciato rapire da immagini e suggestioni…

“Goldfoil” è un lavoro da ascoltare ad occhi chiusi, con lo stesso spirito introspettivo con cui ci si avvicina ai dischi di Andy McKee o all’affascinante “Cielo e Terra” di Al Di Meola, immergendosi nel carezzevole flusso delle note ma soprattutto nel mondo interiore dei propri affetti e dei propri ricordi. Oppure, semplicemente, disponendosi ad ascendere ai reami beati della buona musica.



01. Immaculate Conception
02. Kensington Blues
03. God Don’t Never Change
04. Blue Man
05. New Revolution Of The Innocence
06. No Name Blues
07. Style-O Blues
08. Lago Vestapol
09. Montecavo
10. Stella South Medley
11. If I Were A Carpenter
12. Vigilante Man

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