Fondati nel lontano 1993, ma giunti all'album d'esordio soltanto tre anni orsono, gli Afterbirth furono tra i pionieri, con i più noti Devourment, dello slamming, rilasciando, al proposito, semi-amatoriali testimonianze prodromiche. Da allora, seguirono una serie di eventi collaterali non sempre positivi: tuttavia l'ingresso del gorgogliante vocalist degli Artificial Brain Will Smith, in seguito al tragico suicidio del cantante originale Matt Duncan, ha portato la band verso stile e tematiche indiscutibilmente intriganti. Se "The Time Traveler's Dilemma" già rappresentava un buon assaggio della metamorfosi dei newyorchesi, l'uscita di "Four Dimensional Flesh" ne comprova il determinante salto di livello. E con Colin Marston, mente dei Krallice e producer di fama (Altar Of Plagues, Pyrrhon, Panopticon) in cabina di regia, il pericolo che i virtuosismi strumentali travalichino l'organicità dell'insieme o si affossino a vicenda, resta una pallida congettura.
Quando l'immaginario lirico del brutal death si allontana dal gore e da H.P. Lovecraft, preferendo soggetti fantascientifici à la Arthur C. Clarke, e l'obiettivo musicale diventa l'espansione e non il soffocamento, ci si rende conto quali conseguenze d'ascolto possa provocare un disco che spedisca Adramelech e Gorguts sulla base lunare Clavius. Sin dall'opener "Beheading The Buddha", brano che non fa sconti per solidità e intransigenza, le curve affrontate dal combo divergono di molto dalle linee tradizionali che il genere pretenderebbe: si aprono gallerie prog nell'iperspazio ("Spiritually Transmitted Disease"), intervengono synth futuristici in picchiata ("Everything In Its Path, "Never Ending Teeth"), placidi shuttle psichedelici ondeggiano nel vuoto ("Girl In Landscape" ).
Poi, a partire dal cinematografico interludio al neon "Minimum Safe Distance", l'opera entra in una seconda metà in cui i tempi rallentano e le atmosfere diventano rarefatte, ultraterrene; man mano che la tracklist procede, e nonostante un songwriting intricato ("Swallowing Spiders"), il côté melodico prende decisamente piede, aggiungendo ai pezzi un'inquietante profondità esoterica di derivazione post metal ("Black Hole Kaleidoscope"). Gli Afterbirth appartengono a un altro universo, decisamente.