Agnostic Front
The American Dream Died

2015, Nuclear Blast
Crossover

Gli Agnostic Front tornano alla carica, ed è come un pugno nello stomaco.
Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 07/04/15

Entrare a far parte della storia della musica non è semplice, ne è testimone il fatto che a volte, spesso purtroppo, si riconosce il valore di una band o di un musicista in base alla posizione in classifica e non in base alla quantità di vite subiscono delle modifiche proprio grazie alla loro musica.


Se parliamo di vite cambiate, direi che gli Agnostic Front ne hanno cambiate parecchie. Hanno contribuito alla creazione di un genere, l'hardcore punk, e lo hanno modificato in base alla loro evoluzione musicale, portando al crossover con il thrash metal, in un mix killer. Gli anni sono passati, le cose sono cambiate e i Roger Miret e compagnia sono cresciuti, ma a giudicare da "The American Dream Died", sono incazzati come nel 1984.

 

Anche perchè c'è parecchio da essere arrabbiati. E questo album è questo: un concentrato di rabbia repressa che o trovava sfogo nella musica o in una rissa. O più di una. Testimoni di un momento molto delicato della storia degli States, durante il quale le tensioni razziali sono tornate a farsi sentire come, e forse peggio a causa dei social media, ai tempi di Martin Luther King e la lotta per i diritti civili, gli Agnostic Front osservano il Sogno Americano disfarsi davanti ai propri occhi e non stanno zitti, ma ci scrivono sopra un disco intero. Come al solito la critica sociale è fortissima nei testi e caratterizza tutto l'album, dall'intro con spezzoni di telegiornali e interviste che riguardano proprio le tensioni e i problemi di un'America fatta ormai di grandi controsensi e ossimori, ma non si ferma qui. Tutto il disco, anche la canzone più "melodica" - se così la si può descrivere - come "Never Walk Alone", è pervaso da un sentimento di rassegnazione mista a rabbia da cui è difficile non farsi prendere.


Se l'album precedente "My Life My Way" uscito nel 2011 era un'inno all'individualità (non all'individualismo, attenzione) con un forte messaggio indirizzato a coloro che spesso devono reprimere i propri desideri o più semplicemente la propria individualità per scendere a compromessi con la vita, "The American Dream Died" è un grido di battaglia contro un sistema che sta miseramente fallendo.

 

Stilisticamente parlando, l'album riprende dove il precedente aveva interrotto, mantiene gli anfibi ben piantati nelle origini hardcore e crossover con sfuriate velocissime e canzoni molto brevi, tant'è che il minutaggio totale del disco è di poco superiore ai trenta minuti. Ha i suoi momenti melodici, che pescano da un punk rock più moderno, alla The Offspring, per capirci, come "Never Walk Alone", sicuramente uno dei brani più belli, e "Old New York", una perla di rara bellezza, un viaggio nella storia degli ultimi trent'anni di New York e di come le cose siano cambiate - non necessariamente in meglio (sì parlo della chiusura del CBGB nel 2006, trauma da cui molti rocker newyorkesi e non devono ancora riprendersi) - e di come erano appunto una volta.

 

Tutto sommato, per quanto sia un classico disco degli Agnostic Front post-reunion a metà degli anni 90, è un disco che suona nuovo e non forzato, cosa sempre più rara da sentire nelle band con molti anni e molti dischi alle spalle. Non è privo di difetti, ma sono piccole mancanze che non ne minano l'ascolto, che risulta essere più che piacevole. Non è un disco che si abbandona dopo un giro nello stereo/iPod/quello che usate per ascoltare la vostra musica, ma si presta per essere ascoltato più e più volte senza che sopraggiunga la noia. Anzi, come il buon vino, diventa sempre più piacevole con gli ascolti. La vera prova sul campo sarebbe sentire i pezzi in sede live, ma temo bisognerà attendere per l'annuncio di un tour e un'eventuale calata a sud delle Alpi per giudicare l'impatto col pubblico sotto al palco.


Davvero un ottimo lavoro, dopo il buono ma tutto sommato dimenticabile "My Life My Way" e il discreto "Warriors". Non siamo a livello di "Liberty And Justice For All", ma ci siamo vicini. Una piccola perla, per fan di vecchia data e più giovani.

 





01. Intro
02. The American Died
03. Police Violence
04. Only In America
05. Test Of Time
06. We Walk The Line
07. Never Walk Alone (feat. Freddy Cricien, Toby Morse, Lou Koller)
08. Enough Is Enough
09. I Can't Relate
10. Old New York
11. Social Justice
12. Reasonable Doubt
13. No War Fuck You
14. Attack!
15. A Wise Man
16. Just Like Yesterday

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