Il passaggio da Allusindrugs ad Allusinlove porta decisamente fortuna al quartetto dello Yorkshire, e non soltanto per la forza incoercibile delle frecce di Cupido: se le fatiche discografiche del primo moniker si riducevano a qualche singolo e a un unico EP, la nuova incarnazione debutta all'istante con un lavoro sulla lunga distanza, "It's OK To Talk", che rimanda al periodo in cui l'indie spadroneggiava nelle charts del Regno Unito.
I testi del frontman Jason Moules, ispirati a temi come l'amore e la perdita, vengono racchiusi in una pletora di stili eterogenei accomunati dal collante melodico della fruibilità pop. Magari occorre ancora del tempo per la costruzione di una precisa identità musicale, eppure alla band il talento non difetta e le attenzioni di una coppia di produttori della levatura e dell'importanza di Alain Moulder e Catherine Marks dovrebbe far ben sperare circa il futuro degli albionici.
Dopo le chitarre taglienti dell'isterica opener "Full Circle", "All My Love", contrassegnata da vorticosi riff psichedelici, rappresenta uno dei numerosi brani dell'album che lascia trapelare chiare influenze Nineties; in questo senso, il sound etereo e le vocals distorte di "Lucky You" recano il marchio inconfondibile dei My Bloody Valentine. Pezzi quali "All Good People" e la title track, scritte una quindicina d'anni orsono, avrebbero forse assalito le classifiche anglosassoni con il loro carattere ambiguamente estivo; altrove, dal grunge in salsa brit di "All My Love" allo shoegaze corrucciato di "Sunset Yellow", il combo mostra una flessibilità sorprendente, e quando tocca affondare la lama nelle spigolature white blues di "Bad Girls", i nostri non tirano certo i remi in barca. Meno intrepide e stimolanti, invece, "Lover I Need A Friend, "Happy Eyes" e "The Deepest" costituiscono un trio di illusioni radiofoniche dal fiato corto e prive del mordente nostalgico-citazionista partorito dal gruppo nel resto del lotto.
Non inganni il look sudaticcio da consumati frequentatori del Sunset Boulevard: in "It's OK To Talk" gli Allusinlove esprimono quel disagio spensierato tipico della gioventù d'Oltremanica degli anni ‘90. In ritardo e disordinati, ma promettenti.