Altar Of Plagues
Teethed Glory And Injury

2013, Candlelight Records
Black Metal

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 24/05/13

Arrivati al loro terzo disco (ma con un buon numero di EP alle spalle che hanno loro permesso di crescere e di evolvere) gli Altar Of Plagues si dimostrano ancora una volta come una band atipica nel panorama del black metal.

 

I motivi di diversità iniziano fin dalla copertina dell'album (che si rivela il motore portante del video di "God Alone"), sinceramente più accostabile all'ambiente elettronico che a quello black, ma è quando si arriva alla musica che le differenze emergono prepotentemente e, alla fin fine, sono la forza vincente di quanto proposto dagli Altar of Plagues: black metal viscerale, primitivo, inquietante, rafforzato da un uso dell'elettronica che aumenta il senso di stordimento e straniamento provato dall'ascoltatore.


Anche il formato utilizzato fino a "Mammal" (2011) di pubblicare quattro tracce dall'elevato minutaggio viene completamente stravolto, propendendo per nove tracce più brevi ma che, a ben guardare, potrebbero benissimo essere intese come un'unica traccia che esprime il dolore derivante dalla perdita della natura, dall'urbanizzazione, dalla spersonalizzazione all'interno della civiltà moderna (ed anche qui sono ben lontane le tematiche pagane della quasi totalità dei gruppi black di matrice scandinava).

 

Riuscire ad analizzare le singole tracce dell'album è impresa ardua, sicuramente per la già segnalata difficoltà nello stabilire dove si conclude una e dove inizia la successiva, ma soprattutto perché il discorso intrapreso dagli Altar of Plagues non è composto da parole (perfettamente espresso da "A Remedy And A Fever": quasi quattro minuti strumentali con soli 45 secondi finali di cantato), bensì da sensazioni (quasi sempre cupe e dolorose) che vengono trasmesse mediante il loro stile che si avvale di loop e sintetizzatori, di ritmi ipnotici ("A Body Shrouded"), di alternanza di brutalità black e di alterità ambient ("Twelve Was Ruin"), di bassi pulsanti e tellurici ("Mills"). E' un disco che va vissuto in prima persona, facendosi avvolgere dal turbinio di emozioni che la musica emana.

 

"Teethed Glory And Injury" è sicuramente il miglior album degli Altar of Plagues a tutt'oggi, in cui l'esperienza accumulata a partire dal 2006 (anno della loro formazione) ha permesso di realizzare un'opera personalissima negli intenti, supportata magistralmente anche sotto l'aspetto tecnico, che risulta essere al momento il punto d'arrivo del processo di maturazione della band ma che potrebbe essere, guardando al futuro, solo il primo passo verso nuove sperimentazioni in grado di darle, presso il grande pubblico, una visibilità, una considerazione della loro arte ed un apprezzamento maggiori, tutti traguardi che sicuramente meriterebbero.





01. Mills

02. God Alone

03. A Body Shrouded

04. Burnt Year

05. A Remedy And A Fever

06. Twelve Was Ruin

07. Scald Scar Of Water

08. Found, Oval And Final

09. Reflection Pulse Remains 

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