Amber Asylum
Sin Eater

2015, Prophecy Productions
Avantgarde

Recensione di Roberto Di Girolamo - Pubblicata in data: 03/12/15

Fare della costante evoluzione un perno centrale della vita di un gruppo (o progetto) viene probabilmente dall'accettare che nulla è immutabile. Nonostante questo il poliedrico Kris Force, cantante, compositore e polistrumentista statunitense riesce, con i suoi Amber Asylum, a mantenere il trademark della sua creatura pur variandone con costanza i componenti. Definire il genere di riferimento è quantomeno arduo, vista la particolarità della proposta. Sintetizzando, si potrebbero catalogare i pezzi come avant-garde neoclassico con influenze dark ambient.

 

Il lavoro che prendiamo in esame ha il trademark tipico della "band", con gli archi a guida di gran parte delle trame, come sua tradizione dal 1996. "Sin Eater", questo il nome del nuovo lavoro, trova incipit in "Prelude", un inno funereo che crea il giusto setting per il disco. "Perfect Calm" ha un mood alla Portishead molto interessante, ma è con "Beast Star" che il lavoro decolla: istanze alla The 3rd And The Mortal prendono vita in una voce che rimbalza sulle pareti di una vecchia stanza, mossa dalle vibrazioni di archi magniloquenti, intrecciati tra di loro a cucire un vestito vittoriano di eleganza maestosa. Buone "Harvester", nata da un loop continuo che sfocia in un requiem moderno non troppo dinamico ma dal buon incidere e "Paean", traccia concisa sorretta da percussioni robuste.

 

Altro apice del disco è "TOT"; crescendo introduttivi fanno da sfondo ad una marcetta che sorregge la condizione umana tutta, per sfociare poi in una bizzarria simil-atonale avant-garde, sempre in bilico con ambizioni da colonna sonora. Assolutamente degna di nota la parte solista centrale: stridula, piena di emotività e sostenuta da staccati decisi e marziali.

 

Gli episodi più deboli sono invece le due tracce conclusive. D'accordo le suggestioni ambient, ma registrare un pezzo di 12 minuti come "Executioner" di cui 9 sono rappresentati dal nulla più qualche vocalizzo troverà il sostegno solo dei più smaliziati. L'ultima "Sin Eater" presenta una buona integrazione, pur soffrendo della stessa sindrome, tra soluzioni avanguardiste e archi organici che si fanno spesso sintetici in modo improvviso.

 

Le partiture degli Amber Asylum sono di livello, ma alcune variazioni sul tema non avrebbero guastato. A sostegno di questo, qualche parte di chitarra acustica, classica o elettrica in clean avrebbe dato una maggiore diversità nelle composizioni, così come avveniva in "Still Point" e "Bitter River". In ogni caso, i fan della mutevole formazione saranno soddisfatti anche di questo disco che, indubbiamente, è caratterizzato da picchi musicali di indubbio valore.





01. Prelude
02. Perfect Calm
03. Beast Star
04. TOT
05. Harvester
06. Paean
07. Executioner
08. Sin Eater

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