Amberian Dawn
Darkness Of Eternity

2017, Napalm Records
Melodic Metal

Quando il metal incontra gli ABBA.
Recensione di Costanza Colombo - Pubblicata in data: 25/11/17

Questo potrebbe essere l'epitaffio da incidere su un'ideale lapide apposta sui recenti sforzi musicali degli Amberian Dawn.

 

Che la band di Tuomas Seppälä non abbia mai brillato per originalità non è certo un segreto ma constatare come nemmeno il presente (ed ennesimo) tentativo del combo finnico di riscattare le proprie sorti non sia andato a buon fine la dice lunga sullo stato di salute del comparto compositivo alla spalle dell'ugola di Capri. Senza stare a dissezionare, impietosamente, la tracklist di "Darkness Of Eternity" pezzo per pezzo, è evidente che, qualsiasi filtro si preferisca usare per assorbire questa "nuova" proposta, emotivo o musicale che sia, sarà ben poco a restarvi in mente dopo qualche ascolto consecutivo.


Oltre alla sfibrante familiarità delle soluzioni stilistiche e compositive scelte (bastino "Maybe" e "Ghostwoman" quali prove di quanto asserito), non vi è infatti nemmeno l'ombra dello sforzo lirico che aveva parzialmente riabilitato la band ai tempi di "Magic Forest" rispetto ai precedenti lavori. Al centro dell'opera messa in scena dai finnici, troviamo quindi una Capri che fa il possibile per dare un minimo di spessore ad un copione che risuona vieppiù ciclostilato ma perfino le sue discrete potenzialità non possono che venire depresse dal libretto a sua disposizione. Ulteriore prova ne è la conclusiva ed emi-title-track "Symphony Nr. 1 part 2 - Darkness Of Eternity" eco di mille e una traccia sinfoniche e simil operistiche a chiudere il tristo cerchio aperto dal singolo "I Am The One" (lasciato infine non a caso). Unico sprazzo di vita la seguente "Sky Is Falling", fortemente debitore del succitato quartetto svedese di cui Tuomas è un grande estimatore.

 

La calda alba promessa dal moniker pare ancora lontana e non solo per il vano tentativo dei diretti interessati di tingerla di foschi toni death (?). La stessa oscurità anticipata nel titolo (e del tutto inesistente nelle atmosfere del lotto), più che sull'eternità, pare scendere sul futuro della band.

 

"Time to say goodbye".

 

Parrebbe, sì.





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