Ministry
AmeriKKKant

2018, Nuclear Blast
Industrial Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 10/03/18

A distanza di un lustro dall'annunciato ritiro dalle scene, i Ministry smentiscono se stessi. Con l'apertura affidata a "I Kow Words", che sovrappone un giradischi torturato ai sample delle parole di Donald Trump, la quattordicesima prova in studio della band a stelle e strisce, "AmeriKKKant", risulta immediatamente familiare a differenza delle release più recenti. Il fondatore e mastermind Al Jourgensen infatti, ben noto per il proprio dissenso ideologico, oltre che per l'uso disinvolto di stupefacenti, non cattura in un lotto di nove frammenti le scorie del materiale caratterizzante "Relapse (2012) e "From Beer To Eternity" (2013), né richiama, nel bersaglio da colpire, la trilogia formata da  "Houses Of The Molé" (2004), "Rio Grande Blood" (2006) e "The Last Sucker" (2007), focalizzata sul disprezzo verso l'allora presidente George W. Bush: nel nuovo lavoro l'interesse si concentra sulle ambigue condizioni socio-politiche alla base dell'insediamento alla Casa Bianca dell'ex tycoon newyorchese.
 
 
Dal punto di vista prettamente musicale il gruppo opta per la costruzione di un industrial metal espansivo, nel quale il pullulare martellante di elettronica, turntablism e rumorismo rappresenta la veste adeguata ai testi al vetriolo dell'album; nonostante l'esito finale ricordi "Filth Pig" (1996) e "Dark Side Of The Spoon" (1999), non si tratta di un ritorno al passato tout court, o se non altro i nostri tentano di schivarne i proiettili attraverso originali e sorprendenti inserti sonori. Del resto, che fosse il mandolino di "Reload", l'armonica di "Beerwind" o il banjo di "Nursing Home", l'act non ha mai lesinato imprevedibili hazard: tocca ora al rapper The Arabian Prince (N.W.A) e a DJ Swamp (Beck, The Chemical Brothers) salire sul carro delle novità e degli ospiti graditi, con la speciale aggiunta del violoncello elettrico a sei corde di Marston Smith.
 
 
Come un sorta di mix ininterrotto, l'opus, dopo l'intro già segnalata, procede senza soste e regala immediatamente all'ascoltatore la gigantesca "Twilight Zone": in otto minuti oscuri e teatrali, il mid-tempo mette in mostra l'atmosfera che opera da collante durante l'intero running time. Una batteria poderosa, il fraseggio in staccato e un accompagnamento full string avvicinano il pezzo alle tinte sinistre di Psalm 69 (1992), abbracciando tuttavia una peculiare componente da incubo enigmatico e provocatorio. Segue "Victims Of A Clown": le linee di basso palpitanti e uno scratch vizioso e pungente costituiscono la spina dorsale di un brano che in coda esibisce un segmento strumentale in crescendo e tracimante in una cacofonia indistinguibile. Se il razzismo denunciato negli estratti di "TV5/4Chan" funge da torbido smacchiatore per il palato, la sepulturiana "We're Tired Of It" appartiene al pesante thrash sperimentato dal progetto Surgical Meth Machine di Jourgensen: la partecipazione vocale di Burton C. Bell dei cugini Fear Factory dona alla pista una ferocia priva di compromessi. Le rasoiate e il tribalismo della controversa "Wargasm", disturbante quanto il Sieg Heil campionato dal gruppo nella title-track di "The Land Of Rape And Honey" (1988), cita in filigrana "The Wait" dei Killing Joke, mentre il groove della radicale e arrogante "Antifa" si giova di un solo rovente di Sin Quirin accanto al fragore perpetuo della sezione ritmica. Si rallenta con la successiva "Game Over", probabilmente la traccia maggiormente industriale del platter, prima della chiusa affidata a una "Amerikka" dal taglio epico, in cui detta legge un inquietante dialogo tra le chitarre inserito in un brutale trambusto sintetico deliziosamente catchy.
 
 
Benché a tratti eccessivamente autoreferenziali, inevitabile contrappasso di una carriera lunga un trentennio abbondante, i Ministry conservano intatti freddezza, violenza e nera critica misantropica: un sound apocalittico forgiato nel groviglio ferroso di una fabbrica in dismissione. Con la kontestazione nel sangue.
 
 
"Violence! We love it!
We just can't get enough of it!
Wartocracy and S&M
We're dropping bombs on them again"
 




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