Amy Lee
Amy Lee Featuring Dave Eggar: Aftermath

2014, 110 Records, Inc
Soundtrack

Libera da ogni catena, la mente degli Evanescence ritrova una serenità spiazzante
Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 08/09/14

Il nome di Amy Lee non ha certo bisogno di presentazioni, tanto meno di essere affiancato alla sua band per una sorta di riconoscenza musicale. Il suo nome e la sua voce sono sempre stati legati a quello di un moniker senza via di fuga. D'altro canto, Amy non ha mai sputato sul piatto in cui ha mangiato ma è indubbio che il progetto non le abbia mai dato scampo a livello artistico. Anni fa si parlava di un lavoro solista, ma anche in quel caso, la Nostra, si è ritrovata ad avere un altro album tra le mani che, se vogliamo, può averle regalato - solo successivamente però- una libertà artistica ma non qualche posizione altolocata nelle classifiche di maggior importanza. Il libero arbitrio sulla propria musica, una famiglia e qualche sassolino discografico fuori dalla scarpa, ecco chi è Amy Lee in questo 2014.

 

Non siamo qui per scrivere un’autobiografia, sia chiaro, bensì per cercare di descrivere il primo capitolo di questa tanto agognata libertà artistica: "Amy Lee Featuring Dave Eggar: Aftermath". Uscito lo scorso 25 agosto, questo lavoro vede la vocalist statunitense collaborare con il violoncellista Dave Eggar, entrambi infatti, hanno ottenuto l’incarico di creare una colonna sonora liberamente ispirata a “War Story”, nuovo capitolo cinematografico diretto da Mark Jackson. Due piccioni con una fava si potrebbe quasi dire, guardando entrambe le esperienze affrontate dalla bella cantante: da una parte l’inizio di una carriera solista, dall’altra, una collaborazione tutta nuova per un progetto ben diverso da quello a cui ci ha abituato la cantante di Little Rock. “Aftermath”, racchiude quella mezz’ora di musica a cavallo tra elettronica (qualcosa la si doveva intendere già con Swimming Home, dall’ultimo “Evanescence”) ed elementi classici velati di profumi orientali che riaffiorano senza timore durante l’ascolto di alcune tracce. La voce di Amy non è la protagonista dell’intero progetto, la Nostra, preferisce occuparsi della produzione, programming e composizione delle tracce ed anzi lascia spazio anche ad un'altra vocalist (Malika Zarra in "Dark Water"). Immancabile qualche sprazzo pianistico ("Drifter”) e se si tralascia la non entusiasmante proposta di una “Push The Putton”, è sicuramente l’eclettica “Lockdown” con Amy al microfono, a regalare qualche buon auspicio per il futuro. Escluso questo brano e qualche magistrale esecuzione (l’oscurità che aleggia all’unisono tra “White Out” e "Between Worlds") offerta da Eggar, non possiamo certo dire che l’album passerà agli annali ma è comunque innegabile che alla base ci siano alcune buone idee ed una sorta di buon gusto che sicuramente farà storcere il naso ai più accaniti Evanescence-addicted.





1.Push The Button
2.White Out (featuring Dave Eggar)
3.Remember to Breathe (featuring Dave Eggar)
4.Dark Water (featuring Malika Zarra)
5.Between Worlds (featuring Dave Eggar)
6.Drifter (featuring Dave Eggar)
7.Can’t Stop What’s Coming (featuring Dave Eggar)
8.Voice In My Head (featuring Dave Eggar)
9.Lockdown (featuring Dave Eggar)
10.After (featuring Dave Eggar)

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