Capita, a volte, contrariamente a ciò che pretende l'adagio, che l'abito faccia il monaco. Tale considerazione vale anche per i The Black Sorcery, band dedita a un ferale e grezzo black/death al limite del grind in grado di triturare qualsiasi tentativo di resistenza auricolare: del resto il logo del combo, necessariamente indecifrabile al pari dei testi rigurgitati nell'esordio "... And The Beast Spake Death From Above", offre degli indizi significativi riguardo la cifra stilistica di un quintetto non certo adatto a delle educande. Lode all'ottima e attenta Krucyator Productions, che non perde l'occasione di patrocinare un gruppo capace di copulare con un'infame blasfemia da beccaio e di partorire otto bestemmie che non lasciano spazio a fantasiose elucubrazioni.
Ad accrescere lo charme diabolico dell'act contribuiscono le scarse informazioni in possesso circa il curriculum dei musicisti coinvolti, tranne che per il singer, Lord Matzigkeitus, forse il membro dei nostri maggiormente noto, attivo in diverse formazioni dell'underground nordamericano (The Projetconist, Thy Sepulchral Moon). Ma parlare qui di cantato e linee vocali risulta realmente un azzardo: si tratta invece di uno stridore vicino a grida di maiali pronti al macello che, unito a un ritmo a dir poco vertiginoso, finisce per rappresentare uno degli ingredienti vincenti di un porridge dal tanfo pestilenziale. In una mezzora condotta a perdifiato, i brani, da "Ancient Dialects Of Wind" a "Helgeist" si susseguono quali torrenti di fiele che non prevedono distensione alcuna, tra viluppi di riff appena percepibili e una batteria disumana: e quando i canadesi innestano (relativamente) il freno a mano, come in "Incursion" o "Frost Veined", è la botola dell'Inferno che si apre sotto i nostri piedi.
Benché in "... And The Beast Spake Death From Above" rimanga legittimo il dubbio che l'effettistica da studio abbia parecchio inciso su un parossismo sonoro portato davvero all'estremo, non si può negare che i The Black Sorcery conoscano bene il copione e lo interpretino con altrettanta sicurezza e giusta cattiveria: la cacofonia nasconde segreti inenarrabili.