Andy Martongelli è senza dubbio uno dei chitarristi che più si sta affermando nel panorama italiano. Dopo 8 album con gli Arthemis il pubblico ha senza dubbio imparato ad amare i suoi riff sempre a cavallo tra il metal ed il thrash, nonché i suoi assoli sempre pronti a regalare carica ed emozioni.
Ovviamente è proprio quando si pensa ormai di conoscere tutte le sfaccettature stilistiche di un musicista che viene fuori la sorpresa, o meglio, il lato artistico che non ti aspettavi.
Con Spiral Motion il chitarrista tricolore, difatti, non solo ha voluto fare una gradita sorpresa a tutti i fan, ma ha creato un qualcosa di unico in cui riversare tecnica, emozioni e gusto. La scelta di un album strumentale va proprio in questa direzione: mettere da parte la costruzione standard di un brano tradizionale per dare libero sfogo a ispirazione e sentimento.
Bastano le prime note di “Eternal” per venir catapultati in una “spirale” di emozioni, un viaggio che sa accompagnare l’ascoltatore in tutta la sua lunghezza, senza mai stancare e senza mai cadere nel banale, grazie anche a brutali accelerazioni (Screaming Ninja, Venomous) che ben alternano i momenti più riflessivi. Il disco, ottimamente prodotto, vede la presenza di validissimi ospiti che rendono il tutto ancor più imperdibile.
Spesso tendiamo a considerare i dischi strumentali come meri esercizi stilistici. Ancor più spesso pensiamo che i veri musicisti siano solo oltre i confini nazionali. Bene, con Spiral Motion, Andy riesce non solo a distruggere questi luoghi comuni, ma cosa più importante riesce ad emozionare, esaltare e colpire con freschezza ed ispirazione.