Antemasque
Antemasque

2014, Nadie
Alternative Rock

Recensione di Valerio Cesarini - Pubblicata in data: 17/01/15

Ricordate i Mars Volta? Sì, sappiamo che non ci sono più, ma i due nomi di Omar Rodríguez-López e Cedric Bixler-Zavala proprio non hanno voglia di separare le proprie strade e smettere. Antemasque è una sorta di supergruppo/appendice ai Mars Volta con nomi d'eccellenza come l'altro collaboratore storico Dave Elitch alla batteria e un certo Flea al basso - lo stesso Flea che ci ha messo anche lo studio.


Il disco, self-titled, si scarta con curiosità, ma non temete: anche questa volta non c'entra nulla con quanto dichiarato da chiunque abusi della facoltà di scrivere. Definire gli Antemasque progressive è un delitto che molti fan di questo genere un po' elitario (me compreso) potrebbero non perdonare: a tutti gli appartenenti a questa cerchia in ascolto, annuncio dunque che non troverebbero pane per i loro denti con Antemasque.


Trattasi di una buona mezz'ora di brani corti, di un alternative rock con diverse strizzate d'occhio, fra loro assolutamente trasversali, a sonorità più vintage, e al punk: in tal senso si può parlare di una certa semplificazione dei fu Mars Volta, dove l'aspetto sperimentale che aveva portato qualcuno a definire (ma più a ragione) anch'essi gruppo "progressive" (con disappunto dei membri) va a perdersi.


Se ne guadagna in genuinità, facilità d'ascolto, e sonorità generale, complice anche la registrazione e la produzione. In realtà, si potrebbe anche chiudere la recensione qui, con cinque parole: mezz'ora di brani rock orecchiabili. C'è un brano che esce? No. C'è varietà? Non molta.
Scorrono veloci le prime track, con il singono 4AM che punta su una orecchiabilità estrema, una banalità forse eccessiva forse voluta, e una vertenza più all'attempato che al moderno. L'astmosfera si vivacizza ulteriormente col proseguire delle tracce, esce più la vena punk, anche se i toni restano sempre piuttosto poco sporchi: No Remorse introduce il basso galoppante di Flea e un ritornello catchy che come molti altri temi nell'album lascia un poco a desiderare considerato che chi l'ha scritto è nella scena da un po'. Sublimato il mix punk/alternative con Ride Like The Devil's Son, un pelino più elegante, e Hangin In The Lurch, più veloce e catchy (stavolta con successo), come Memento Mori.


In questa mistura un po' troppo omogenea di piccole varianti (spesso più retoriche che altro...) di rock, nell'album trova fortunatamente spazio una certa vena più melodica e raffinata, con i toni più melanconici delle musiche di 50.000 Kilowatts ma soprattutto con l'unica track acustica, Drown All Your Witches, buon abbassamento dei toni e probabilmente il pezzo migliore dell'album. Da essa (compresa) in poi, l'album va a recuperare i punti persi; in chiusura: da menzionare anche People Forget, unico pezzo con un momento di stacco deciso, fra le solite strofe veloci ed un ritornello più cadenzato e volutamente ridondante, che risultano in un altro dei pezzi migliori; e Providence, l'unico brano con un lontano sentore di prog/sperimentale, o comunque con un cantato leggermente più studiato e atmosfere più piene.


Che dire ancora di un album del genere? Spero mi sia perdonata la concisione ma la verità è siamo nel 2015, di album del genere ne abbiamo sentiti fino a stare male, di raccolte di canzoni ce ne sono molte, e in altri lidi si troverebbero pezzi che valgono quanto tutto un disco così. Non lo si può votare troppo male, perchè comunque è una mezz'ora che regala tutto tranne che noia o fastidio, e qualche brano è anche innegabilmente carino; non lo si può votare troppo bene, al di là della produzione e dei suoni, oggettivamente di qualità, perchè, seriamente, ne avevamo bisogno?





01. 4AM
02. I Got No Remorse
03. Ride Like The Devil's Son
04. In The Lurch
05. 50.000 Kilowatts
06. Memento Mori
07. Drown All Your Witches
08. Providence
09. People Forget
10. Rome Armed to the Teeth

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool