Dopo quasi tre anni da "American Fall", i punk rocker statunitensi Anti-Flag tornano alla ribalta col nuovo "20/20 Vision" (leggi QUI la nostra intervista), la cui copertina, da sola, la dice lunga sul contenuto del prodotto. Ma sotto questo punto di vista, in realtà, non c'è alcuna sorpresa: il punk è da sempre un atto di ribellione, punk vuol dire andare controcorrente e anche fare del gran casino. E allora non resta che scoprire come i nostri, a ormai 24 anni di distanza dal primissimo "Die For The Government", si sono reinventati ai tempi dell'America di Donald Trump.
Da un punto di vista ideologico non ci sono dubbi circa le posizioni e le intenzioni della band (cover e titoli sono già particolarmente espliciti), ma musicalmente, l'analisi non può essere così semplice. Nella prima parte abbondante del lotto, fino a "You Make Me Sick", si percepisce una certa omogeneità nei suoni: la proposta dei quattro è un punk-rock d'effetto, diretto, coinvolgente e che, a tratti, strizza l'occhio all'alternative rock contemporaneo. Da qui, i singoli "Hate Conquers All", che si apre proprio con alcune frasi del presidente degli USA, "Unbreakable" e la coinvolgente "The Disease", sono brani che mescolano potenza e melodia, stracolmi di rabbia ma dai ritornelli catchy. Dall'altra parte, "It Went Off Like A Bomb" rappresenta un ritorno al punk rock più classico, anche se non dà affatto l'idea di essere un pezzo datato. Un po' più prevedibile, invece, è la title track "20/20 Vision", mentre "Christian Nationalist", che spazia tra il sound dei Blink-182 e dei vecchi Sum 41, è tanto polemica quanto d'impatto, e ancora una volta il ritornello è estremamente orecchiabile e godibile. La parte finale, composta dall'acustica "Un-American" e dalla festosa "Resistance Frequencies", può essere sicuramente considerata la sezione più sperimentale, in cui il punk rock viene, in buona sostanza, messo da parte per dare risalto ad altri elementi, tra cui un uso abbondante di trombe e altri strumenti a fiato.
Gli Anti-Flag non si smentiscono: "20/20 Vision" è un prodotto politico, è una protesta, ed è anche orecchiabile e diretto. Non si perde di certo in complicazioni e non presenta canzoni più lunghe di 4 minuti (infatti la durata totale è di 30 minuti). Un aspetto negativo può essere rintracciato nella setlist non particolarmente bilanciata, che presenta brani più simili nella prima parte, lasciando la sperimentazione solo nel finale. Al di là di questo aspetto, però, il messaggio è chiaro e diretto. Si può dire che anche questa volta gli Anti-Flag abbiano centrato in pieno il proprio obiettivo.