Necronautical
Apotheosis

2019, Candelight Records
Black Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 02/09/19

Il termine "Apotheosis" deriva dal greco antico e indica il processo di deificazione di un essere umano: un titolo, quindi, alquanto roboante per il terzo album di una band, i Necronautical, che dopo aver autoeditato i propri precedenti lavori, non soltanto diviene patrimonio, ora, della prestigiosa Candlelight Records, ma si compiace anche di uno splendido artwork a cura di David Thiérrée. Il problema resta capire se a tale pregevole involucro corrisponda una sostanza musicale coi fiocchi: ebbene, i britannici, pur licenziando un disco gradevole, non valicano mai la soglia del compito professionale impeccabilmente antalgico.
 
Seguendo la fascinazione per le orchestrazioni semi-sinfoniche dei conterranei Cradle Of Filth ed Hecate Enthroned, soggiogati dallo sfarzo contenuto dei primi Dimmu Borgir, vicini alla tragicità nordica dei Borknagar, i nostri preferiscono comportarsi da epigoni piuttosto che da novelli facitori. Inoltre, dopo i primi minuti dell'opener "All Is Vanity", e della consanguinea "Totentanz", spicca un particolare rivelatore che iscrive il combo nel novero dei gruppi black metal iperprodotti e attenti alla moda del periodo: i cori ecclesiastici e il suono campionato dell'organo, infatti, così comuni oggigiorno, conferiscono alla Messa sinistra celebrata dal quartetto albionico quell'aspetto ammiccante che ne deteriora l'autenticità diabolica a vantaggio di un'attrazione da cassetta oramai abitudine consolidata. 

Comunque, in un lotto dominato da ritmi cadenzati e durate fluviali, emerge la discreta qualità di alcuni brani: la gelida ed elegiaca "Nihil Sub Sole Novum", la composita "Lure Of The Abyss", ondeggiante tra momenti pseudo-doom e ghiribizzi gotici, la complessa e versatile "Down The Endless Spiral", che alterna, in modo equilibrato, sprazzi acustici, chitarre pulite, riff procellosi ed evocativi orpelli tastieristici. E mentre la title track richiama spudoratamente "Demon Of The Fall" degli Opeth, manieristica appare "Here Begins The Fall", classico mid-tempo anni '90 privo di grossi sussulti.

"Apotheosis" senza dubbio conquista per groove e appeal catchy; i Necronautical, però, non brillano per autonomia stilistica e asciuttezza compositiva, deludendo soprattutto chi si auspicava un coacervo di tenebre, profanazione e originalità da un congrega di loschi figuri in corpse-paint. L'esplorazione della morte pretende ben altre offerte votive.




01. All Is Vanity
02. Nihil Sub Sole Novum
03. Lure Of The Abyss
04. Apotheosis
05. Totentanz
06. Here Begins The Fall
07. The Endless Spiral

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool