Alzi la mano chi si ricorda di “Out Of The Silence” dei Dare: un gioiello di irresistibile AOR incentrato sulla predominanza melodica delle tastiere e sulla voce, di una raucedine assolutamente fascinosa, del singer Darren Wharton. Ecco qua un disco che ai Dare degli esordi paga un cospicuo tributo. Alla ruvidità smussata del sound tardo-ottantiano vengono qui a sostituirsi suoni puliti, che rappresentano la norma della produzione odierna, ma nondimeno le analogie si sentono: in primis nell’incedere dei brani, che ricorda in più di un’occasione quel mix trascinante e struggente, simile ad un flusso ben regimentato di sentimenti intensi, che era il trademark di “Out Of The Silence”, e poi nell’impostazione vocale un po’ stentorea di Jeff Cannata.

Sì, perché c’è il noto polistrumentista, compositore e produttore statunitense dietro al progetto Arc Angel, che a distanza di 30 anni dall'esordio omonimo del 1983 rompe il silenzio per rendere conto dell'esperienza ormai più che quarantennale del suo leader. Esperienza che trapela, anzitutto, nella costruzione formale dei brani, dalle strutture perfette e mai troppo ripetitive che si susseguono godibilmente rendendo vario "Harlequins Of Light", così come nel dialogo sontuoso tra tastiere (talvolta pianoforte) e voce, in grado di dare corpo a refrain vellutati ed avvolgenti.

Le dodici tracce filano via lisce, senza mai stancare, tra autentici inni al pomp rock e brani melodiosi, al cui ascolto non sarà difficile indulgere all’evocazione di ricordi e suggestioni personali. Un buonissimo AOR, ancora una volta, sulla scia di quello elegante e stilisticamente convenzionale cui casa Frontiers Records ci ha da tempo abituati.