Archon Angel
Fallen

2020, Frontiers Music
Heavy/Symphonic Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 14/02/20

Il ciclo con Zachary Stevens dietro il microfono traghettò i Savatage verso una seconda parte di carriera costellata di lavori di grande livello; il ritorno in studio del singer di Tampa non può, ora, lasciare indifferenti la folta schiera di appassionati del combo statunitense da tempo dismesso. Una rentrée audace, bisogna dire, dal momento che gli Archon Angel non nascondono, in "Fallen", di ispirarsi proprio al leggendario act fondato dai fratelli Oliva, a partire dalle info promozionali di Frontiers sino all'artwork e al songwriting: un'arma a doppio taglio che Aldo Lonobile, chitarrista e principale compositore del nuovo progetto, grazie anche all'aiuto di personaggi del calibro di Simone Mularoni e Alessandro Del Vecchio, riesce, però, a volgere dal lato meno tagliente, evitando deleterie imitazioni. Almeno in parte.

Perché quando parte la title track, con il suo sinfonismo teatrale, i pensieri corrono a un pezzo della gittata emotiva di "Handful Of Rain", e appare naturale porsi qualche domanda circa la rotta intrapresa dall'intera carovana. Il discorso non suona molto diverso per le maestose "Twilight" e "Rider Of The Storm", canzoni che, se non esistesse un album come "Dead Winter Dead" (1995), farebbero gridare al miracolo: ariose, epiche, orecchiabili, risultano comunque piacevoli all'ascolto, sia per gli inguaribili nostalgici che per i neofiti. 

La coppia composta da "The Serpent" e "Rise", (la prima rinvigorita da un tocco à la Secret Sphere, la seconda sbilanciata sul versante heavy/power), riesce, fortunatamente, a rompere i ponti con l'ingombrante passato, mentre in "Hit To The Wall" i nostri assestano un salutare pugno thrashy al totem floridiano, ammaccandone le giunture più barocche. Le avvolgenti "Under The Spell", "Faces Of Innocence" e "Who's In The Mirror" rappresentano, invece, il cuore melodico di un concept intriso di gnosticismo e angeli caduti; la ballad "Brought To The Edge", decisamente trascurabile, ha soprattutto il merito di mostrare un vocalist a suo agio anche come consumato storyteller

Qualche brivido, molto mestiere, inevitabili flashback: gli Archon Angel lucidano l'argenteria, ma a brillare sono più gli interpreti che i brani in sé. Contrappasso obbligatorio per una band i cui obiettivi restano ancora tutti da definire.

 

 





01. Fallen
02. The Serpent
03. Rise
04. Under The Spell
05. Twilight
06. Faces Of Innocence
07. Hit The Wall
08. Who's In The Mirror
09. Brought To The Edge
10. Return Of The Storm

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool