Army Of The Universe
The Hipster Sacrifice

2013, Metropolis Records
Industrial

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 25/10/13

Secondo album per gli Army Of The Universe, dopo l’esordio “Mother Ignorance” (2011) che ha riscosso ampio successo di critica. Per l’occasione, ai membri già stabili della formazione, ovvero Albert “Trebla” Vorne (rinomato produttore di musica elettronica), Lord Kalidon (voce) e Dave Tavecchia (chitarra), si è aggiunto anche Chris Vrenna alla batteria (già con Nine Inch Nails, Marilyn Manson e Tweaker). Il risultato ottenuto è questo “The Hipster Sacrifice”, che si rivela essere quasi un’involuzione rispetto alla precedente uscita del 2011.

L’industrial già poco canonico presente nel predecessore si annacqua ulteriormente, dirigendosi più verso lidi darkwave anni ’80 o ’90 con brani come “A Visionary Story”, “Pretty Unconsciousness” o “In Another Place” solo per segnalarne alcuni, mentre i collegamenti più stretti con il precedente album sono da vedersi nel brano che dà titolo all’album (“The Hipster Sacrifice”), nel primo singolo “Until The End”, o ancora in “Coin Operated Girl”. I pregi dell’album vengono a galla proprio nei brani meno in linea con lo stile degli Army Of The Universe, dove compaiono i maggiori apporti di qualità: per esempio, nella già citata “The Weight Of The World” vengono incorporati degli ottimi passaggi di chitarra, capaci di dare un tocco in stile rock che sembra provenire direttamente dagli anni ’80.

Riuscire a dire qualcosa di ancora originale all’interno del genere, soprattutto dopo che gruppi come Ministry, Rammestein, Nine Inch Nail o Killing Joke ne hanno già definito le regole ed i canoni, può sicuramente risultare alquanto difficile. Col precedente album, gli Army Of The Universe erano riusciti a presentarsi con una visione alquanto personale, suscitando in tal modo l’apprezzamento di una buona fetta di pubblico e di critica. Con questo “The Hipster Sacrifice” invece si ritrovano a dover fare i conti con una certa ambiguità di proposta, che rischia di frammentare ulteriormente i favori del pubblico. A conti fatti non ci troviamo di fronte ad un pessimo prodotto. Il vero problema è che non sembra esserci una unità d’intenti per quanto riguarda la direzione artistica (ed avere in formazione Chris Vrenna, che ha militato in ben due gruppi molto legati a quel sound di provenienza dagli ultimi due decenni dello scorso secolo, può anche essere la spiegazione di questa piega improvvisa). Inoltre gli undici brani che compongono l’album risultano, prescindendo comunque dalla loro reale appartenenza ad un genere o ad un altro (che ai fini artistici ben poco conta), alquanto deboli (fatte alcune singole eccezioni) e si arriva alla conclusione dell’ascolto con la reale possibilità di dimenticarsi immediatamente tutto quello che si è appena ascoltato.

Gli Army Of The Universe sono sicuramente un gruppo da tenere d’occhio. Il successo che stanno riscuotendo anche in ambito delle esibizioni dal vivo lascia ben capire come la loro proposta musicale abbia in ogni caso incontrato il favore di una buona fetta di appassionati. La mediocrità di questo “The Hipster Sacrifice” può essere catalogata come una semplice svista momentanea, in attesa della conferma o della smentita della loro bravura in occasione di una terza, futura uscita.



01. The Hipster Sacrifice
02. A Visionary Story
03. Pretty Unconsciousness
04. Until The End (Feat. Chibi)
05. Chillin’
06. In Another Place
07. Break The Walls
08. The Weight Of The World
09. We Need Medicine
10. Coin Operated Girl
11. Mine

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