Ashbringer
Vacant

2015, Avantgarde Music
Atmospheric Black Metal

Recensione di Marco Migliorelli - Pubblicata in data: 17/09/16


 


Siamo ancora fra gli Stati del Nord, certo lontani già dal Pacifico, ma pur sempre prossimi al fascino di Canada e Ontario. Siamo nel Minnesota e Ashbringer, non sembra curarsi delle miglia che lo separano da una nota band di Portland, gli Agalloch: poco importa che il gruppo si sia sciolto se, come è, musica carica di personalità e forte di una propria, profonda, poetica, tiene vivo un solco, una traccia per altri musicisti i quali vivono delle stesse affinità creative. Quelle miglia allora sono non più distanza, ma spazio della possibilità creativa: la gabbia toracica terrestre nella quale lasciar respirare le proprie intuizioni, contaminazioni sonore e naturali. "Ethereal Aura", in due parti a dirsi una, è la doppia traccia che apre "Vacant", l'album di esordio per la nostrana Avantgarde, etichetta attenta, attentissima alle nuove sonorità black e post black metal (Harrow sono altra band di valore licenziata da questa label, per dirne una).
Attraverso le miglia è l'aura degli Agalloch a spandersi, attraversando le fascinazioni naturali che sospingono la testualità semplice di Vacant. I rimandi suggestivi sono ambiziosi perchè lambiscono le rive di uno dei brani più alti, intimi e profondamente avvolgenti degli artisti di Portland, venuto alla luce nel 2010: "Black Lake Nidstang".

 

Fra le corde di Ashbringer riaffiorano arpeggi acustici e sfondi vagamente ambient-ali che si riannodano al sopracitato brano; e se questa è una notazione fortissima, specialmente della parte prima di "Ethereal Aura", quella dei delicati arpeggi, delle corde pizzicate con mano sospesa e meditabonda, è una caratteristica di tutto il disco. In tutto presenzia un basso attento a scandire ritmi mai veramente travolgenti
"Vacant" non esclude ruvide aperture al lato più ferale del black metal, in questo affratellandosi agli Alda, come nella lunga, completa e sfaccettata "Bitter", in chiusura dell'album; o come nel brano "Lucid" aprendosi suggestivamente anche a certe soluzioni mistiche e inquietanti degli ultimi Negura Bunget.
Sia comunque chiaro: il suo punto di forza resta, diversamente, questa cura sommessa per i dettagli sonori, per le atmosfere acustiche e le chitarre tese in istanti di sospesa, mantenuta espressività che furono care a JH e Don Anderson.


"Vacant" incrocia i passi della band di Portland, li mescola a quella di altri gruppi e convince, tracciando linee semplici ma forti, personali e in certa misura coraggiose, se consideriamo l'importante contesto musicale americano e non nel quale sboccia il fiore della sua musica.

 

Se nel recensirli ci si sofferma nel citare quasi nel dettaglio diverse band importanti, non è per sottolineare, infinine, il carattere derivativo di Vacant, quanto per marcarne, al contrario la maturità.
Maturità nel saper "vagabondare" in un territorio così ricco di spunti e vasto, nel quale barattare la propria personalità con soluzioni di facili portata è irresistibile malia. Malia che Ashbringer dissolve con personalità, passione e promettente ispirazione!





01.Ethereal Aura Pt. I
02.Ethereal Aura Pt. II
03.Lucid
04.With Vacant Eyes
05.Lonesome
06.Bitter

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