Babymetal
Babymetal

2015, earMusic
Pop / Death Metal

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 25/08/15

Che in Giappone l'heavy metal sia un genere molto in voga, alla stregua del pop, non è certo un mistero. Dalle prime incursioni degli storici e seminali X-Japan, passando per la svolta math-core alternative degli ultimi Dir En Grey, finendo con gli scenari iper-barocchi dei Versailles o quelli più folkloristici degli Onmyouza: la scena metal nipponica è prolifica e consumata alla stregua del j-pop più costruito e commerciale. Oltretutto, nel Sol Levante vige una regola che unisce due mondi sonori all'apparenza inconciliabili: quelli di anteporre un aspetto visual imponente sopra tutto e tutti (spesso anche - ahinoi - la musica vera e propria).

 

Con questi presupposti, era davvero solo una questione di tempo prima che al sedicente produttore di turno (non crederete che le Babymetal non siano un progetto costruito a tavolino, vero?) venisse in mente l'idea geniale, il classico punto di svolta: unire il metal più estremo al pop più becero e kawaii ("Carino" in giapponese). Da questo matrimonio solo ingenuamente destinato al fallimento, nascono le Babymetal: tre ragazzine (15 anni al tempo dell'uscita europea del disco di debutto oggetto di recensione, 13 a quella dell'uscita originale nipponica) di cui Su-metal vera e propria cantante con una "carriera" (se di carriera si può parlare, quando hai 10 anni ed una band) alle spalle, e due figuranti/ballerine ai cori, che uniscono il death metal di tipico stampo asiatico (quindi, melodico e fortemente arricchito di synth ed elettronica - si faccia riferimento ai Blood Stain Child) al pop da ragazzina appena giunta alle superiori in un mondo frivolo e ricco di meraviglie (si faccia riferimento a Kyary Pamyu Pamyu).

 

Un'unione, peraltro, che non si limita alla musica, ma anche ai testi, che sono costantemente in bilico tra l'ode all'headbanging, al mosh pit ed all'assolo di chitarra - nonché di ogni elemento che abbellisce il mondo del trve metal - e ciò che rende felice una ragazzina di 13 anni che vive la sua neonata adolescenza in spensieratezza, passando quindi anche per la resa visuale del progetto, con una band di turnisti/figuranti in attitudine brutal metal, e protagoniste in abiti lolli (rigorosamente in black&red) impegnate in sfrenatissime, quanto accattivanti, coreografie.

 

La cosa che davvero stupisce più di ogni altra cosa? Che tutto questo funziona, e a tratti convince. Sia chiaro: all'inizio la musica proposta dalle Babymetal ha il goliardico sapore della parodia (i video su YouTube di "Head Bangeeeeerrrrr!!!!!" e "Gimme Chocolate!!!" sono una visione praticamente obbligatoria per chiunque),  ma poi all'ilarità si insinuano subdolamente le canzoni, che sanno essere al contempo molto solenni (l'opener "BABYMETAL DEATH") ed oscuramente horror ("Rondo Of Nightmare"), aprendo al contempo spazi al folklore nipponico ("Megitsune"), alla dubstep (!) ("Uki Uki Midnight") ed alla sincopata cadenza nu-metal ("Onedari Daisuken"). Questo per quanto riguarda il lato rock/metal dell'opera, perché in "agguato" abbiamo anche vere e proprie baraonde pop super-onomatopeiche e ripiene di voci stridule, come la già citata (oramai un vero e proprio inno) "Gimme Chocolate!!!", o "Iine" con i suoi inserti hip-hop, nonché la giocosa "Doki Doki Morning".

 

Certo, i punti in cui la "colla" funziona alla perfezione sono rari nel corso dell'opera ("Song 4", la chiusura di "Iijime, Dame, Zettai"), ed in linea generale si ha l'impressione di un disco estremamente lungo e prolisso, che avrebbe giovato di un deciso taglio in scaletta e di un senso di coesione armonica maggiormente espresso.

 

Ciononostante, l'incantesimo è mesmerizzante, tanto da aver varcato - con due anni di ritardo - i confini del Giappone, portando queste tre ragazzine ad essere nel roster ufficiale del Sonisphere 2015 (misteriosamente, non nella data italiana), nonché protagoniste dei più grandi festival europei; e non solo la massiccia presenza live: è stata anche avviata una vera e propria nuova scena musicale in Giappone, con le Ladybaby come primo, terrificante e meraviglioso al contempo, emulo (altro obbligo YouTube: fiondarsi immediatamente alla visione di "Nippon Manju"). Tutti segni che rendono in un certo qual modo rilevanti le Babymetal, anche senza volerlo.

 

Poi, che sia l'ennesima bolla musicale della scena nipponica destinata a scoppiare nel più o meno immediato senza alcun danno è fatto praticamente certo e matematico, ma nulla vieta a noi ascoltatori di divertirci nel frattempo, e con un disco che, al netto della spessissima facciata, mostra un'impalcatura non così esile e scontata.





01. BABYMETAL DEATH
02. Megitsune
03. Gimme Chocolate!!!
04. Iine!
05. Akatsuki
06. Doki Doki Morning
07. Onedari Daisuken
08. Song 4
09. Uki Uki Midnight
10. Catch Me If You Can
11. Rondo Of Nightmare
12. Head Bangeeeeerrrrr!!!!!!
13. Ijime, Dame, Zettai

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