Baest
Venenum

2019, Century Media Records
Death Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 15/09/19

Soltanto osservando l'imponente cattedrale di San Clemente ad Ǻahrus, città sita nella penisola dello Jutland, si può comprendere del tutto la possanza musicale dei Baest, band proveniente dalla placida Danimarca. Nato nel 2015, il gruppo potrebbe appartenere di diritto alla vecchia scuola del death metal svedese, quella, per intenderci, resa leggendaria da Dismember, Entombed, Hypocrisy, e, recentemente, rispolverata dai Bloodbath: in quest'ottica "Danse Macabre", disco d'esordio rilasciato dai nostri dodici mesi orsono, peccava di dipendenza stilistica e compositiva, risentendo in maniera massiccia e cavillosa di influenze così ingombranti. Il nuovo album "Venenum", invece, marca una salutare differenza rispetto al debutto.

 

Il sound guadagna in pienezza, diviene grasso, con le chitarre a motosega che affondano in un budino oleoso: il ritmo rallenta vistosamente, imputridendo tra i solchi scavati da Trey Azagthoth, marciando in downtempo con Bolt Thrower, suggendo le portate rancide degli Autopsy. Il growl teatrale di Simon Olsen accentua la sensazione di restare impigliati nelle maglie di un reticolo malsano, in cui il gusto per una melodia serpentiforme e sghignazzante accentua il livello di tossicità presente nel platter.

 

La graduale asfissia che pervade "Gula", Nihil", "Heresy", i migliori episodi del lotto, fa certamente pensare, senza troppi sforzi di fantasia, alle falange demoniache in corteo evocate dai Morbid Angel. Eppure, il combo rivela una ferocia e una pesantezza, che, tenute sinora in naftalina, esplodono infettive ovunque, anche nei pezzi relativamente più diretti come "Vitriol Lament" o "As Above So Below", esaltati da un riffing saturo e da una doppia cassa che sembra tuonare, incessante, da una cavea infernale. E la ripresa non casuale di "No Guts No Glory" aggiunge un tocco di classe a una tracklist che spira malevolenza da ogni singolo poro.

 

Nonostante qualche brano ripetitivo e alcune concessioni ai maestri del genere, i Baest sfornano un secondo LP di buon valore, progettato per conquistare frotte di appassionati dell'estremo. Somministrando una cospicua dose di "Venenum", naturalmente.





01. Vitriol Lament
02. Gula
03. Nihil
04. Venenum
05. Styx
06. Heresy
07. As Above So Below
08. Sodomize
09. Empty Throne
10. No Guts, No Glory

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