Sombre Croisade
Balancier Des Ȃmes

2017, Pest Records
Black Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 23/12/17

Il black metal, genere per eccellenza reazionario e proteiforme, continua alternativamente a essere ancorato alla tradizione e influenzato dalle più disparate correnti: un‘ondulazione che contribuisce a renderlo mortifero o, al contrario, a svuotarne la sostanza. Eleva lo spirito accorgersi dell'esistenza di band ligie al verbo originario e pronte a credere nella purezza perversa di un'arte esoterica sorda a ogni evoluzione e impermeabile a qualsiasi contagio esogeno: i Sombre Croisade appartengono alla schiatta dell'underground insalubre e conservatore, restii alle rivoluzioni, tedofori piuttosto di una fiamma malata e malinconica.

 

Il sangue nero fluisce dal corpo all'anima del tandem composto da Malsain e Alrinack, attivi in svariati progetti incestuosi appartenenti al collettivo Molasar's Dream (Suicidal Madness, Blukovla, Asphodeles, In The Mist, Loup Noir solo per citarne alcuni): uno stakanovismo che forse spiega le ragioni per cui i provenzali non avessero dato alcun segno di attività dallo split "L'Aube Illusoire" (2013), tetro prodotto dell'alleanza suggellata con gli Augure Funèbre, solo project di Lord Ucuetis.

 

"Balancier Des Ȃmes", atteso come sinistro calice dopo il fluviale "Litanie Au Mal" (2012), si dimostra all'altezza delle aspettative: una combinazione di ortodossia ed espressività morbosa che si avvale di una registrazione sonora ad hoc, autentica e lo-fi, tuttavia ben distante dall'essere un'ignobile poltiglia cacofonica e in grado invece di lasciare agli strumenti lo spazio necessario per respirare. Sinfonia mefistofelica gravitante nell'orbita dell'universo DSBM meno estremista e tagliente, l'album non indulge in tematiche di crudo autolesionismo, bensì rispecchia i valori e la fede del duo nello stigma di un male primigenio: adorazione di un dogma che inserisce l'opera in una lunga tradizione diabolica, ingemmata da lugubri versi in lingua francese inneggianti rovine e aridità generatrici.

 

I sei brani, parti di una pala scolpita nella fredda roccia, rivelano un'aggressione crepuscolare che  ambisce a tormentosi venti di rinascita ("Renaissance"), ansima alla pari di un vascello infernale in subissi di tenebra ("Don Ténébreux"), indossa paludamenti di cupa soavità nella title-track, diffonde un canto notturno di pesante tristezza ("Voeux Illusoires"), striscia lungo le pareti d'odio di città maledette  ("Midiane") e culmina nei respiri terminali di "Souffles D'Ailleurs", nove minuti nel labirinto buio di una depressione viziosa. Distorsioni rotonde e dilatazioni controllate per un sound ciclico dalle cadenze maligne, lontano da divagazioni dark ambient e orpelli elettronici, con un viscido gusto per la melodia intrinseco alla scena transalpina.

 

I Sombre Croisade stringono un patto con l'oltretomba celebrando atmosfere funeree e lusinghe diaboliche: folgori intrappolate in cripte sotterranee, i nostri brillano di luce oscura dalle fenditure di un eremo ove albergano "tentations et pensées sanglantes". Turpi rituali tra i piaceri della Costa Azzurra.





01. Renaissance
02. Balancier Des Ȃmes
03. Don Ténébreux
04. Midiane
05. Voeux Illusoires
06. Souffles D'Ailleurs

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