La notizia del mese per gli appassionati del genere e degli ambienti affini alle storiche frequentazioni della Bandabardò è stata ed è ancora un boccone amaro da digerire: il nuovo album pubblicato per mezzo di una major. Ma l'apparente tragedia è stata parzialmente smorzata dalla recente dichiarazione degli stessi musicisti, in cui si evince chiaramente che il disco è stato pensato e registrato prima della sigla definitiva.
A tre anni da "Scaccianuvole" ritorna on air la Bandabardò con un disco di inediti, "L'Improbabile", il numero undici della compagnia di Erriquez Greppi e Finaz Finazzo fondata nel 1993, e dal 1993 per la prima volta pubblicato via Warner Music. Il consumismo, la falsità istituzionale, il tempo che avanza e la capacità di controllarlo sono le tematiche trattate con sindacale maestria da chi, onestamente, ha sempre manifestato il proprio allegro senso di alternatività.
Ad impreziosire il nuovo lavoro è la collaborazione con Alessandra Contini (Il Genio) in "E allora il cuore", la chiave di un disco che tenta di entusiasmare con il calore della tranquillità, senza guizzi caratteristici e con una buona dose di rammarico pessimista, a volte illuminato da timidi tentativi di variabilità strumentale: certo che la credibilità di chi ha costruito la propria carriera unicamente con le proprie forze e con l'entusiasmo di migliaia di compagni pare essere malinconicamente compromessa da quella firma tanto inaspettata quanto significativa.
"I briganti sono grandi solo se stiamo in ginocchio".