Billie Joe Armstrong and Norah Jones
Foreverly

2013, Reprise
Pop/Country

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 25/11/13

Che sia ossessione, ispirazione, o semplice benessere emotivo, è ben chiaro quanto Billie Joe Armstrong adori, nella realizzazione di una canzone, avere al proprio fianco una donna. Un tipo di donna ben preciso: una di quelle decise, un pò sfacciate, molto romantiche. Possibilmente mora. Ed ecco che, dopo Adrienne, le vaire e dannate “Amanda”, “Haushinka”, “Amy”, “She”, “Whatsername”, “Gloria” ed “Ashley”, arriva Norah. E per Norah ci si veste eleganti, si accende il ceppo nel caminetto, si prende la chitarra acustica e ci si siede sul caldo tappeto in sala a leggere qualche racconto fantasioso, o a rivisitare “Songs Our Daddy Taught Us” degli Everly Brothers.

 

Foreverly” è semplicemente l’incontro artistico tra Norah Jones e il lato dolce nascosto di Billie Joe. Uno dei tanti nascosti dal mainstream, ma che spesso emerge. Stavolta senza troppe sorprese è il Natale che chiama Billie ad una nuova avventura sonora, tra il Folk e il Country famigliare: la chiamata avviene proprio nel momento in cui il piccolo ribelle decide di mettere da parte le invettive e la rabbia, a favore della melodia e, in questo caso, della tradizione popolare. Un pacchetto confezionato interamente in casa Reprise, della quale, dopo svariate produzioni con i Green Day, il frontman ormai possiede una copia delle chiavi: Armstrong richiama il proprio tecnico Chris Dugan alla registrazione di 12 brani morbidi, costituiti da semplici accordi e qualche velata provocazione percussionistica. Classici noti e meno noti della tradizione americana vengono così rieditati nell’intrecciarsi delle due voci, dalle quali quella della Jones è libera, nella semplicità più totale, di toccare le corde della qualità unica.

 

Non solo una timida idea regalo per le feste natalizie: “Foreverly”, uno scherzetto esecutivo per Norah, è la messa in musica della mente libera di Billie Joe, nelle vesti di papà artista. Il sospiro, lo sguardo alla tradizione, lo scostamento dai mali del 21esimo secolo. Un piccolo esperimento purificante, come la prima neve che cade sui davanzali. Un disco facile e leggero che lancia un messaggio di pace in un periodo troppo caotico, un invito a fermarsi per apprezzare il calore della festa e l'essenzialità dei sentimenti. Nel suo piccolo, una soave interpretazione del messaggio del Punk.





01. Roving Gambler
02. Long Time Gone
03. Lightning Express
04. That Silver Haired Daddy Of Mine
05. Down In The Willow Garden
06. Who's Gonna Shoe Your Pretty Little Feet
07. Oh So Many Years
08. Barbara Allen
09. Rockin' Alone (In An Old Rockin' Chair)
10. I'm Here To Get My Baby Out Of Jail
11. Kentucky
12. Put My Little Shoes Away

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