Dal vostro lato della Manica, vi era arrivata la voce che, da oltre quindici anni ormai, il pollo al curry ha scalzato il cartoccio di fish & chips quale piatto britannico tradizionale? A fronte di evidenze sperimentali raccolte sul territorio, è altrettanto comprovato che, per queste strade, si vedono ancora band attraversare la strada, talvolta anche fuori dalle strisce pedonali, con strumenti e voglia di spaccare il mondo in spalla. Ed è una vera gioia per il cuore. Paradossale come, ancora una volta, sia il Rock a salvare l'autenticità di Regno e Regina.
A dar manforte al fronte nazionale, ieri ha visto la luce (o quel poco che ne filtra dal cielo perennemente grigiastro), il secondogenito dei Black Foxxes. Ben più convincente & captivating del precedente "I'm Not Well" stavolta la ricerca di sound e catarsi in musica ripone i toni a tratti dimessi per una più ravvivante esplosione di Rabbia ("Reiði" in islandese, ndr.).
"I wanna set myself free"
La sofferenza/lotta per il morbo di Crohn che affligge il frontman Mark Holley da ormai sette anni, al punto da costringere la band a cancellare qualche data, vena ancora gli intensi riverberi della opener "Breathe" ma anche della seguente & remarkable "Manic In Me".
"And my aching body (...)
It left me so dependent on you"
Gradevoli echi di Placebo e coinvolgente ricchezza di sound e che, a braccetto con la parimenti scalpitante "Sæla" (felicità / benedizione, sempre in islandese, ndr.), primo singolo estratto, posano quella doppia mano di scarlatto sull'abovementioned grigiore a cui il trio del Devon ha esplicitamente dichiarato guerra. Dieci tracce culminate in un sentimento maiuscolo "JOY" in cui il tiro sfugge positivamente di mano in ulteriore manifesto di quella rabbia in altalena d'aggressione e melodia che rapisce in collettiva ribellione.
"Why do you fear joy (...)
Why is my skin cracked
There is a burning fire in my back"
E se è difficile definir genere di quanto innesca spontaneo loop e voglia di "let's go together" sottopalco, come suggerito dall'idrofoba "Flowers", di tradizione primi Biffy Clyro, "it's good to be lost".
Tornando a bomba, "there's (no) future and England's dreaming".