Nailed To Obscurity
Black Frost

2019, Nuclear Blast
Melodic Death Metal / Doom

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 06/01/19

Chi scorresse con attenzione la carriera dei Nailed To Obscurity, si accorgerebbe di alcuni dati interessanti, ovvero la graduale contrazione cronologica tra un LP e l'altro, e contemporaneamente, i cambi di line-up e di etichetta: aspetti soltanto in apparente contraddizione, che mostrano in realtà la perseveranza granitica di un act in grado di macinare album e consensi, pur senza particolari variazioni stilistiche. Merito, probabilmente, della coppia d'asce composta dai fondatori Volker Dieken e Jan-Ole Lamberti, unici membri stabili dal 2005 e principali artefici della fisionomia generale del sound del gruppo: in effetti, anche l'ultimo parto "Black Frost" non si sposta poi molto dalle coordinate musicali di un "King Delusion" (2017) compatto e gradevole, ma fin troppo derivativo e spuntato. 
 
 
Il melodic death venato di doom dei tedeschi, che parecchio deve alla lezione dei Katatonia  più recenti e degli Swallow The Sun first wave, conosce nel nuovo full-length un ulteriore arrotondamento, con una sensibile riduzione della componente estrema e un superficiale manto progressive à la Opeth  teso sullo struttura portante dei brani. Certo, occorre sottolineare il funambolismo razionale delle chitarre, che, oltre a ricucire e inglobare gli strappi provocati dai timidi saliscendi ritmici, riempiono lo spazio di suggestioni ambientali; e non ha poca importanza il lavoro sulla voce del frontman Raimund Ennenga, che, nonostante un growl animalesco di notevole fattura, si lascia quasi preferire nel cantato pulito, al quale viene concesso maggiore libertà espressiva. 
 
 
Elementi che trovano la perfetta sublimazione in "Aberrant Host" e "Cipher", tracce in cui tutte le caratteristiche del combo della Bassa Sassonia salgono felicemente a galla; in "Road To Perdition", poi, l'atmosfera vira verso uno spleen così accentuato da entrare in seducenti territori gothic, con buona pace del metallo della Morte. Tuttavia, se la coesione del songwriting risulta inappuntabile, l'uniformità monolitica ne diviene il rovescio negativo, con la conseguente assenza di veri pezzi traino capaci di elevare lo status qualitativo dell'opera, e del quintetto stesso, a un livello superiore.
 
 
I Nailed To Obscurity, dunque, assolvono professionalmente il compito, realizzando un disco solido dal punto di vista formale: spesso però, domina la sensazione che le canzoni contenute in "Black Frost" possano soffrire di una deleteria somiglianza reciproca, oltre a emanare un forte sentore di déjà vu. Il pericolo, per i nostri, di essere confusi con una band scandinava qualsiasi, resta alto.




01. Black Frost
02. Tears Of The Eyeless
03. The Aberrant Host
04. Feardom
05. Cipher
06. Resonance
07. Road To Perdition

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