Black Stone Cherry
Black To Blues

2017, Mascot Label Group/Provogue
Hard Rock/Blues

Quello dei Black Stone Cherry è un ritorno alla origini, un viaggio a ritroso nel tempo per ritrovare le sonorità dei primi lavori.
Recensione di Sergio Mancuso - Pubblicata in data: 27/09/17

Che i Black Stone Cherry avessero nel nucleo del loro sound una componente di forte matrice blues non era un segreto per nessuno, ma con questo EP intitolato "Black To Blues" ne è conferma e confessione. Sei cover di classici blues di veri e propri maestri del genere come Howlin' Wolf, Muddy Waters, Freddie e Albert King che la band dimostra di aver interiorizzato tando da riuscire a reinterpretarli, mantenendone invariati i punti di forza e gli stilemi adattandole allo stesso tempo al proprio vissuto sonoro.

 

Quello dei Black Stone Cherry è un ritorno alla origini, un viaggio a ritroso nel tempo per ritrovare le sonorità dei primi lavori; registrato in soli due giorni di frenesia creativa, quello che ne esce è un EP grezzo, sporco, primitivo e spontaneo come dovrebbe essere sempre la musica ben fatta. Suoni pesanti, virtuosismi chitarristici presenti in ogni singola canzone e un sopraffino cantato sono i marchi di fabbrica di questo album che fin da subito crea un feeling diretto con l'ascoltatore che verrà catturato da un hard rock blues con influenze metal suonato con maestria e che in certi tratti ricorda vagamente quello dei Gov't Mule.

 

Si parte alla grande con "Built For Comfort" di Howlin' Wolf, si continua sulla stessa lunghezza d'onda con "Champagne & Refeer", ma è "Palace Of The King" quella che vi scuoterà dalla sedia. Chitarra solista in primo piano, una batteria sostenuta, una chitarra ritmica tipicamente hard rock e la voce delle coriste piazzate al posto giusto a far da contralto a Chris Robertson trasformano la canzone in qualcosa di nuovo ed estremamente accattivante; così come avviene con "Born Under Bad Sign" cover dell'altro re del blues Albert. "Hoochie Coochie Man" risplende come una gemma rara e si mostra in una veste totalmente nuova: cupa e viziosa, le donne, il bere e il voodoo sembrano arrivate a presentare il conto, piuttosto che sorniona e compiaciuta com'è nella versione originale. Qui la band dà il massimo, tutto funziona perfettamente e ogni membro sembra sapere perfettamente cosa fare e come mettersi al servizio della canzone che risulta essere il punto focale dell'intero album, la traccia meglio riuscita dell'intero EP.

 

Com'è prevedibile pensare, sarà da qui che i Black Stone Cherry ripartiranno nel momento in cui decideranno di creare un long play e se queste sono le premesse anche il prossimo sarà un album da tenere in considerazione; tirando le somme, "Black To Blues" è originale e personale pur presentando solo cover e non può mancare nelle compilation di chiunque ami la band, il rock pesante e il blues.





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